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Storia di S...
3 partecipanti
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Storia di S...
S... era così baffetti sottili, sguardo spiritato e una voce strascicante e nasale,orbitava sempre fra la piazza e le strette vie che conducevano alla sua macilenta abitazione.
Era nato povero, uno dei tanti figli che la madre aveva partorito e poi partiti per il mondo,ma lui era S....il problema in fondo,come lo sono tutti coloro che non hanno canoni normali, figli di una progenie sbagliata.
Era stato contadino, quando ancora le messi a Luglio si vestivano di giallo dorato e i campi risuonavano dei canti dei contadini che falciavano le spighe,che successivamente venivano affastellate e portate all'”aria” dove sarebbero state calpestate dai muli .
Il vento infine avrebbe, con il suo incidere, diviso il grano,dai residui vegetali.
Era il momento dell'anno,che culminava con il Ferragosto, festa che coincideva con la fine e l'inizio della nuova annata agraria.
Chissà quante volte S.. hai ripensato a quei momenti di fatica,a te non permettevano di mietere, la tua falce non era un spada contadina protesa al sole di Luglio a fendere con ampie sciabolate il grano maturo, tu eri l'uomo dei lavori umili, raccoglievi le fascine e portavi acqua nei bummuli di terracotta ai sudati contadini che tagliavano i campi come un mare giallo solcato da una squadra di navi .
Poi arrivava pian piano l'Autunno, venivi mandato come garzone a pascere gli animali,mentre il sole diventava tiepido e i boschi di Sicilia perdevano pian piano il loro verde trasformandosi in tappeto multicolore.
Ed infine l'Inverno e lì usciva la tua atavica paura, non della pioggia,quella era cosi' simile alle lacrime che da piccolo avevi versato, ma di quando giacciando e mutando forma diventava neve.
Avevi sempre avuto paura del generale inverno ammantato di bianco,che invadeva le montagne di Trinacria,per te figlio dell'Estate era aliena come quei film che sbirciavi aggrappato ai muri dell'arena durante la bella stagione.
I tempi cambiavano in fretta, come per magia cominciò mensilmente ad arrivarti un sussidio,con quello potevi vivere e poi c'era sempre quel buon prete, che ti mandava dei volontari a far le pulizie nella tua casa e spesso arrivando gioiosi ti portavano vestiti nuovi e camicie stirate,ti sentivi coccolato come non le eri mai stato nella tua vita.
Ma quando nevicava rimanevi sempre solo ed allora impaurito scappavi da casa e ti rifugiavi nell'ultimo circolo aperto,che era sempre il solito,quello sotto il municipio.
Avevi preso l'abitudine di andarci ogni giorno , tanti giovani scherzavano con te e come per magia ti stupivano mentre tiravano fuori dalle tue orecchie monetine da 100 lire che poi ti regalavano.
Ma quella notte la neve era ancora più alta,uscisti da casa in preda alla paura, il circolo era chiuso disperato volevi raggiungere il paese vicino, dove abitava tuo fratello, poi forse preso dallo sconforto ti fermasti sotto un ponte eri stanco S..,pian piano ti addormentasti per non svegliarti mai più.
Ti ritrovarono così,statua di ghiaccio, aggrappato alle tue ginocchia.
Quando arrivò il momento di andare verso la tua dimora definitiva, fu una gara fra tutti quei ragazzi per portarti a spalla ultimo dono ad un uomo che aveva lasciato un sorriso.
Era nato povero, uno dei tanti figli che la madre aveva partorito e poi partiti per il mondo,ma lui era S....il problema in fondo,come lo sono tutti coloro che non hanno canoni normali, figli di una progenie sbagliata.
Era stato contadino, quando ancora le messi a Luglio si vestivano di giallo dorato e i campi risuonavano dei canti dei contadini che falciavano le spighe,che successivamente venivano affastellate e portate all'”aria” dove sarebbero state calpestate dai muli .
Il vento infine avrebbe, con il suo incidere, diviso il grano,dai residui vegetali.
Era il momento dell'anno,che culminava con il Ferragosto, festa che coincideva con la fine e l'inizio della nuova annata agraria.
Chissà quante volte S.. hai ripensato a quei momenti di fatica,a te non permettevano di mietere, la tua falce non era un spada contadina protesa al sole di Luglio a fendere con ampie sciabolate il grano maturo, tu eri l'uomo dei lavori umili, raccoglievi le fascine e portavi acqua nei bummuli di terracotta ai sudati contadini che tagliavano i campi come un mare giallo solcato da una squadra di navi .
Poi arrivava pian piano l'Autunno, venivi mandato come garzone a pascere gli animali,mentre il sole diventava tiepido e i boschi di Sicilia perdevano pian piano il loro verde trasformandosi in tappeto multicolore.
Ed infine l'Inverno e lì usciva la tua atavica paura, non della pioggia,quella era cosi' simile alle lacrime che da piccolo avevi versato, ma di quando giacciando e mutando forma diventava neve.
Avevi sempre avuto paura del generale inverno ammantato di bianco,che invadeva le montagne di Trinacria,per te figlio dell'Estate era aliena come quei film che sbirciavi aggrappato ai muri dell'arena durante la bella stagione.
I tempi cambiavano in fretta, come per magia cominciò mensilmente ad arrivarti un sussidio,con quello potevi vivere e poi c'era sempre quel buon prete, che ti mandava dei volontari a far le pulizie nella tua casa e spesso arrivando gioiosi ti portavano vestiti nuovi e camicie stirate,ti sentivi coccolato come non le eri mai stato nella tua vita.
Ma quando nevicava rimanevi sempre solo ed allora impaurito scappavi da casa e ti rifugiavi nell'ultimo circolo aperto,che era sempre il solito,quello sotto il municipio.
Avevi preso l'abitudine di andarci ogni giorno , tanti giovani scherzavano con te e come per magia ti stupivano mentre tiravano fuori dalle tue orecchie monetine da 100 lire che poi ti regalavano.
Ma quella notte la neve era ancora più alta,uscisti da casa in preda alla paura, il circolo era chiuso disperato volevi raggiungere il paese vicino, dove abitava tuo fratello, poi forse preso dallo sconforto ti fermasti sotto un ponte eri stanco S..,pian piano ti addormentasti per non svegliarti mai più.
Ti ritrovarono così,statua di ghiaccio, aggrappato alle tue ginocchia.
Quando arrivò il momento di andare verso la tua dimora definitiva, fu una gara fra tutti quei ragazzi per portarti a spalla ultimo dono ad un uomo che aveva lasciato un sorriso.
ladro_di_parole- Numero di messaggi : 72
Data d'iscrizione : 10.07.09
Età : 62
Re: soria di S....
Oggi non sono in vena di commentare, ma ti assicuro è sempre un piacere leggere le tue storie.
Mi sono rilassata un pò
Mi sono rilassata un pò
solenascente- Numero di messaggi : 2096
Data d'iscrizione : 21.02.09
Età : 58
Re: Storia di S...
Merviglioso scritto di celebrazione di un uomo umile, poverissimo e vero! Ormai
Una figura che pare tratta da una novella del Pirandello...
Bellissimo il passaggio:
Ed infine l'Inverno e lì usciva la tua atavica paura, non della pioggia,quella era cosi' simile alle lacrime che da piccolo avevi versato, ma di quando giacciando e mutando forma diventava neve.
Ha ragione solenascente, non si deve commentare, ma solo GODERNE!
Baci gusto menta
Paola
Una figura che pare tratta da una novella del Pirandello...
Bellissimo il passaggio:
Ed infine l'Inverno e lì usciva la tua atavica paura, non della pioggia,quella era cosi' simile alle lacrime che da piccolo avevi versato, ma di quando giacciando e mutando forma diventava neve.
Ha ragione solenascente, non si deve commentare, ma solo GODERNE!
Baci gusto menta
Paola
vuoi_parlare_con_me- Numero di messaggi : 833
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 52
Località : CREMONA
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