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IL DONO DEL "PERDONO"

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IL DONO DEL "PERDONO" Empty IL DONO DEL "PERDONO"

Messaggio  mrs_holmes Lun Apr 19, 2010 1:47 am

Oggi ho temuto il peggio per la mia coscienza, ed ho temuto di non reggerlo.
Stamattina, dopo tanto tempo mi sono recata a messa, spinta anche dal desiderio di fare la confessione.
Ebbene confesso di aver confessato al mio padre spirituale l'impossibilità a perdonare chi mi ha offesa, di essere diventata un pò più cattivella, di non riuscire ad accettare le mortificazioni e le mie croci.
Ebbene ci sono andata col desiderio di sentirmi più leggera e che se anche avessi continuato nel mio non perdonare, lo avrei fatto in seguito ma non con l'intenzione......ma in fondo una vocina mi diceva che lo avrei fatto ancora.
Il mio padre in tutta risposta mi ha detto: non basta desiderare la confessione,non si usa la confessione con leggerezza, non ci si confessa solo perchè si sente l'animo pesante, ma ci si confessa se c'è il presupposto del pentimento e di conseguenza il proposito a non farlo ancora, a non perseverare.
Mamma come mi sono sentita!!!
Mi son detta:"costui oggi non mi assolve"......e sapete una cosa?
Penso di non averla meritata l'assoluzione.
E' vero che non ne posso più del mio carattere e che vorrei tanto essere diversa in questo, quindi ho pensato che il presupposto del pentimento ci fosse, ma è anche vero che mi sentivo nel giusto nel non perdonare alcune persone.
Morale: il mio padre mi assolve ma io torno a casa con l'animo ancor più pesante.
Per la prima volta nella mia vita non mi sono sentita leggera come mi è sempre successo dopo una confessione, ma il guaio è che penso mi ci voleva, poichè è da stamattina che non faccio altro che pensare ai miei errori.
Insomma: se anche un'assoluzione non c 'è stata, qualcosa in me si è messo in movimento.......non è che si è messo in movimento da stamattina, ne ero consapevole da tempo ma oggi è stato come un ricevere una porta in faccia.
Le stesse cose che noi sappiamo di noi stessi aquistano un altro e alto valore se dette da altre persone, specie da chi gode la nostra stima e il nostro rispetto!
Quantomeno la confessione è servita se non ad avere un'assoluzione a mettermi l'animo sotto inchiesta.....
credo dovrei scendere qualche gradino e abbassare un pò la cresta: il mondo non gira intorno a nessuno menchemeno intorno a me.....
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IL DONO DEL "PERDONO" Empty Re: IL DONO DEL "PERDONO"

Messaggio  gabriel Lun Apr 19, 2010 8:29 am

Grande Rosa , mi sei piaciuta hai fatto un "mea culpa" davvero significativo , questo vuol dire che dentro il tuo animo stai crescendo . Bene , il padre voleva questo da te e tu ti stai meritando l'assoluzione almeno da quello che penso io ...
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IL DONO DEL "PERDONO" Empty Re: IL DONO DEL "PERDONO"

Messaggio  priscilla Lun Apr 19, 2010 9:20 pm

GRANDISSIMA ROSA!!!
IO NON VADO A CONFESSARMI DA ANNI
PERCHE'RIFACCIO SEMPRE GLI STESSI PECCATI
E PERCHE NON VOGLIO RECITARE I PATER,AVE, GLORIA CHE TI DANNO I PRETI DOPO...PERCHE' IO DI PATER AVE E GLORIA NE DICO TUTTI I GIORNI CON LA MIA VITA, CON LO STARE VICINO AI MIEI MALATI, COL VEDERE MIA MAMMA CHE PIANGE PER I DOLORI, CON LA MIA IMPOTENZA, FRAGILITà E NULLITA'
COL MIO ESSERE GREMBO SENZA FIGLI, CUORE SENZA TABERNACOLO, CASA SENZA CENACOLO
CON LA MIA SOLITUDINE, CON I MIEI MOMENTI DI DISPERAZIONE TOTALE
COMUNQUE HAI RAGIONE, FORSE L'ASSOLUZIONE NON è STATA DATA DEL TUTTO, MA COMUNQUE IL SACRAMENTO HA PRODOTTO IL TRAMPOLINO DI LANCIO PER IL CAMBIAMENTO, LA METAMORFOSI...........E SCUSA SE MIO PERMETTO...........HAI DETTO NIENTE!!!!!!!!!!!! IL DONO DEL "PERDONO" 312448
GRANDE ROSA!!!
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IL DONO DEL "PERDONO" Empty Il d"dono" del perdono

Messaggio  solenascente Mar Apr 20, 2010 12:41 am

Questa discussione sulla confessione mi stuzzica molto, perchè , a volte mi sento di condividere più le posizioni dei protestanti che dei cattolici... Ho qualche dubbio sulla necessità del tramite o se invece sia comunque sufficiente quella diretta.
Come cattolica anche se un pò strana comunque dforse dovrei confessarmi per risolvere il problema.
Voi che ne pensate????
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IL DONO DEL "PERDONO" Empty Re: IL DONO DEL "PERDONO"

Messaggio  Country Road Mar Apr 20, 2010 6:40 am

Io non mi confesso da quasi 30 anni, perchè non credo nel lavoro del prete.
Sono cristiano, ma non cattolico, non nel senso che ci hanno insegnato.
Io credo in Dio ma ho poca fiducia negli uomini, per questo non riesco a credere nei preti.
Nella mia vita ho conosciuto solo 2 preti veri, due soli sacerdoti che ho ammirato e che ho stimato.
Quindi, dopo questo lungo preambolo, io non mi confesso davanti ad un uomo che NON credo sia da tramite con DIO, preferisco pentirmi nel mio privato - quando e se commetto peccati - che non andare in chiesa per recitare la "poesia imparata a memoria" che ti propinano.


Claudio
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IL DONO DEL "PERDONO" Empty Re: IL DONO DEL "PERDONO"

Messaggio  mrs_holmes Mar Apr 20, 2010 2:54 pm

Bene, sono contenta per avervi stuzzicato con la mia confessione.
Caro Claudio hai ragione quando dici che gli uomini deludono, preti compresi, ma io come te ho conosciuto persone consacrate a dir poco spettacolari ed è per essi che io tengo saldo.
La Chiesa siamo noi e la sua facciata è rivestita dalla nostra coscienza, pertanto a volte, spesso più di quanto io stessa desideri, risulta sporca, ma per quei pochi tasselli puliti "io" rispetto la Chiesa ma "vomito" l'insulso che in essa trovo.
Come ho già detto sopra ho fatto la mia scelta id abbracciare la Chiesa cattolica non per insegnamento ma per conversione, conversione che è arrivata in tarda età.
Per farla breve "io non riesco a fare a meno della Confessione".
Parlo ogni giorno col mio Signore, ogni minuto della giornata ma credo che la Confessione sia una ammissione pubblica e anche intima dei propri peccati.
Ci vuole non poco per dire ad un'altra persona di aver sbagliato e maggiore è il peccato o l'errore tanto più pesante è la dose di coraggio per l'ammissione di colpa, figuriamoci affrontare una persona consacrata.
Ma non mi pongo il problema e se noto un giudizio personale sul mio riguardo rispondo a tono chiunque esso sia, ma accetto i moniti e i consigli del mio padre spirituale.
Insomma lo si sente a pelle quando c'è umiltà e quando invece superbia al di là del confessionale.
Detto quanto concludo con le stesse parole che un ragazzino, mio alunno di catechesi, recitò a scuola impersonando Dio..............."IO VI BENEDICO"
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IL DONO DEL "PERDONO" Empty Re: Il dono del perdono

Messaggio  solenascente Gio Apr 22, 2010 12:06 pm

Riprendo qualche passaggio di Rosa per qualche considerazione.
Ebbene confesso di aver confessato al mio padre spirituale l'impossibilità a perdonare chi mi ha offesa, di essere diventata un pò più cattivella, di non riuscire ad accettare le mortificazioni e le mie croci.
Ebbene ci sono andata col desiderio di sentirmi più leggera e che se anche avessi continuato nel mio non perdonare, lo avrei fatto in seguito ma non con l'intenzione......ma in fondo una vocina mi diceva che lo avrei fatto ancora.

La confessione ha senz’altro un grande potere liberatorio A volte non è per niente semplice mettere a nudo la propria coscienza e raccontare ad un altro essere umano le proprie miserie. Proprio per la fatica che può costare penso che si DOVREBBE SEMPRE ASSOLVERE, perché altrimenti non si eserciterebbe la MiSERICORDIA che è necessaria dato che, detto tra noi , esiste forse chi può scagliare la prima pietra?
E’ anche vero che se dentro senti che c’è qualcosa di sbagliato nella” colpa” commessa non è che si risolve con un’assoluzione.
Nel passato ero estremamente rigida con me stessa e ricordo che una colpa confessata nonostante avesse avuto più di un’assoluzione (perché non mi sono limitata a raccontarla solo ad uno), non ha avuto la mia : mi sono completamente perdonata, non la prima volta che mi sono ritrovata di fronte alla stessa situazione e avevo comunque fatto la scelta giusta, ma la seconda volta che sono stata capace di fare la scelta giusta.
A me quello che non va molto bene essendo cattolica è che ancora non ho ben compreso se si può prendere la comunione anche senza confessione, nel momento che si è messo l’animo a nudo e si riconoscono le proprie debolezze senza giustificazione..
Considero il sacramento di comunicarsi molto importante, e a volte per me è una necessità perché mi stimola a cercare di comportarmi meglio anche se persiste qualche debolezza.
Penso inoltre che sia importante e non negare o nascondere le colpe a se stessi, ma non è detto che sia automatico il cambiamento: spesso bisogna fare un lungo cammino interiore, prima di riuscire completamente ad immettersi per un’altra direzione.
Il mio dubbio è questo: se sai che hai bisogno ancora di tempo come nel caso esposto è davvero necessario confessarsi per potersi comunicare?
In questo periodo mi trovo in una grossa difficoltà ,perché la persona alla quale sono sempre ricorsa per chiarirmi qualche dubbio mi ha deluso per il suo comportamento nei confronti di una persona che conosco. Nonostante la delusione l’ho comunque assolto nel mio cuore (sempre per la compassione che noi tutti dovremmo avere l’uno verso l’altro) ,ma non capisco perché per comunicarmi dovrei raccontargli i fatti miei se comunque dentro sono stata chiara con il mio Dio?
Io ho un rapporto giornaliero diretto con il mio Dio, quando ho un momento libero mi faccio sempre quattro chiacchiere . Di solito parlo più io, ma qualche volta risponde e quando tace gli dico _ Se davvero mi vuoi bene fa’ che se anche cado possa riprendermi altrimenti fammelo capire bene in anticipo!.
Avevo avvertito che avevo posizioni un po’ eretiche
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Messaggio  priscilla Gio Apr 22, 2010 12:22 pm

NON SO RISPONDERTI, MOLTE VOLTE ME LO SONO CHIESTO
CERCHERO' PERO' QUALCOSA SUI LIBRI CHE HO A CASA
IO PENSO SOLO A QUESTE PAROLE CHE DISSE UN GIORNO UN SACERDOTE ALL'OMELIA:

NON PENSIAMO SEMPRE CHE LA COMUNIONE SIA UN PREMIO
UN PREMIO SE SONO STATO BUONO
BRAVO CRISTIANO
COERENTE
PENSIAMO OGNI TANTO CHE è UN
DONO
DONO
SI..UN DONO...IO PRENDO GESU' NEL MIO CUORE PERCHè MI AIUTI A CAMBIARE
NON PERCHE' MI MERITO GESU
MA PERCHE HO BISOGNO DI FARE LA COMUNIONE PER CAMBIARE
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Messaggio  solenascente Gio Apr 22, 2010 12:33 pm

NON PENSIAMO SEMPRE CHE LA COMUNIONE SIA UN PREMIO
UN PREMIO SE SONO STATO BUONO
BRAVO CRISTIANO
COERENTE
PENSIAMO OGNI TANTO CHE è UN
DONO
DONO
SI..UN DONO...IO PRENDO GESU' NEL MIO CUORE PERCHè MI AIUTI A CAMBIARE
NON PERCHE' MI MERITO GESU
MA PERCHE HO BISOGNO DI FARE LA COMUNIONE PER CAMBIARE

NE SONO PROFONDAMENTE CONVINTA; MA VORREI SAPERE SE E' PROPRIO NECESSARIA QUESTA CONFESSIONE.

Quando cercavo di rifflettere sulle parole di Rosa avevo pensato anche ad altro.
Lei aveva scritto
Quantomeno la confessione è servita se non ad avere un'assoluzione a mettermi l'animo sotto inchiesta.....

A me veniva da risponderle così:
E’ da una vita che mi interrogo su ogni comportamento o gesto…un abitudine giornaliera, e non sono nemmeno il tipo che cerca tante giustificazioni…Se c’è qualcosa che von va evidentemente c’è un errore e nelle cose più semplici , sono già in grado di modificare tutto il giorno dopo a costo di provare a volte anche un po’ di vergogna. Mi sono sempre impegnata ad espiare dalle banalità a cose più complesse…….. ma poi ….poi c’è anche dell’altro…..
c’è qualcosa che non torna, persino a volte nella definizione di peccato ( qui si riapre anche la grande questione della morale). Ci sono a volte delle situazioni in cui è difficile persino dire che cosa sia veramente peccato. Nel corso del mio lungo impegno all’introspezione sono diventata meno intransigente e più possibilista … perché non dimentichiamolo la vita è una faccenda complicata con ostacoli, contraddizioni, infinite direzioni, che va vissuta ed è difficile uscirne senza macchia. Non so se questo mio pensiero sia strano, so solo che noi esseri fragili, miseri, inconsapevoli siamo già molto coraggiosi ad avventuraci in questo viaggio di cui siamo ignari persino del suo traguardo e sono solo convinta che meritiamo tutti tanta misericordia
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Messaggio  priscilla Gio Apr 22, 2010 7:22 pm

SOLE IO HO TROVATO QUESTO
La Confessione

IL DONO DEL "PERDONO" Fede

La penitenza é il sacramento della riconciliazione del peccatore con Dio, attraverso la confessione dei suoi peccati, ed ottenuta con l'assoluzione sacramentale, espressa con la formula trinitaria: "Io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".
Non c'é azione liturgica del mistero di salvezza che non richieda prima la riconciliazione col Signore. La celebrazione eucaristica, che é il Sacramento per eccellenza, é preceduta dal "Confiteor" assembleare cui fa seguito l'assoluzione generale e la triplice invocazione del "Kyrie".
Con la riforma voluta dal Vaticano II, anche il sacramento della Penitenza é stato innovato, ma manca ancora un'autentica catechesi dei cristiani per recuperarne il valore salvifico.
Le scienze sociologiche moderne ed una pratica confessionale non sempre corretta ed illuminata, hanno allontanato molto i fedeli dall'esperienza di riconciliazione; molti credenti si sentono autorizzati ad un pentimento ed assoluzione personali, senza conferma da parte dei ministri della chiesa. Le motivazioni sono tante ed ancora riempiono i testi di liturgisti e teologi.
Comunque il sacramento per essere valido esige tre atti del penitente:

  • il pentimento, o contrizione, che consiste nel dolore di non aver creduto all'amore del Signore;
  • la confessione auricolare dei peccati gravi al sacerdote; é raccomandata anche quella dei peccati veniali per rinsaldare la coscienza retta nella lotta contro satana;
  • l'assoluzione da parte del sacerdote, se ritiene il penitente veramente pentito, cioè ben disposto a non ricadervi. A ciò segue il compimento di alcuni atti di soddisfazione, o penitenza, richiesti dal sacerdote, per riparare il male commesso e ristabilire la dignità cristiana di discepolo del Signore.

Ministro del sacramento é solo il sacerdote a ciò designato dal vescovo. Il colore liturgico é il viola della stola che il celebrante indossa all'atto di confessare.
Poiché questo sacramento vincola il sacerdote al segreto, di solito la confessione avviene nel confessionale; tale pratica sta cadendo in disuso, perché i fedeli preferiscono l'approccio diretto e personale.
Sarebbe un errore grossolano pensare che il fine della confessione sacramentale sia unicamente quello di assolvere dai peccati commessi o di disporre meglio a ricevere l’Eucarestia.
Il sacramento della penitenza ha per se stesso, indipendentemente dagli altri, un grande valore sostanziale ed una straordinaria efficacia per lo sviluppo della vita cristiana.
E’ noto che i sacramenti aumentano la grazia, se l’anima già la possiede, con un’efficacia di per sé infallibile; i sacramenti hanno una capacità infinita di santificare gli uomini.
Di fatto però la misura del loro effetto è proporzionale alle disposizioni di chi riceve il sacramento; non che queste disposizioni producano la grazia, che proviene esclusivamente da Dio, ma costituiscono la previa disposizione materiale: in maniera simile il sole, nell’ordine fisico, riscalda più il metallo che il fango, perché il metallo è migliore conduttore di calore.
Le disposizioni per ricevere col massimo frutto il sacramento della penitenza sono di due specie: abituali ed attuali.

  1. Disposizioni abituali.
    Le principali sono tre e coincidono con l’esercizio delle virtù teologali:



    • Spirito di fede:
      Il tribunale della penitenza é il tribunale di Cristo. Nel confessore dobbiamo vedere Lui, perché fa le sue veci ed esercita il potere che da Lui ha ricevuto (Giov. 20,22-23).. I farisei dicevano, con ragione, che solo Dio può perdonare i peccati (Luca 5,21); dobbiamo quindi accettare i consigli del confessore come se provenissero da Cristo stesso.
    • Massima fiducia:
      E’ il tribunale della misericordia, l’unico nel quale si assolve sempre il reo sinceramente pentito. Per questo il confessore non si chiama giudice, ma padre, e deve, come Gesù Cristo, essere pieno di misericordia, mentre il penitente deve accostarsi a lui con la fiducia più assoluta e filiale.
    • Amor di Dio:
      Sia sempre più vivo e tale da escludere l’affetto a qualsiasi peccato ravvivando nelle nostre anime un vero dolore per quelli che abbiamo avuto la disgrazia di commettere.



  1. Disposizioni attuali.
    Anzitutto dobbiamo avvicinarci al tribunale della penitenza come se si trattasse dell’ultima confessione della nostra vita, di quella che ci prepara al Viatico e al giudizio di Dio. E’ necessario combattere energicamente lo spirito di abitudine, ponendo il massimo impegno per ottenere, con la grazia di Dio, una vera conversione e rinnovamento della nostra anima.
    Le disposizioni fondamentali che si richiedono per fare una buona confessione sono:



    • L’esame di coscienza.
      Per farlo bene è necessaria la massima sincerità ed umiltà: un atteggiamento sereno e imparziale che non scusi i difetti o li veda dove non ci sono. Il tempo richiesto varia secondo la frequenza delle confessioni, l’indole di ciascun’anima ed il grado di perfezione in cui si trova.
      Un mezzo eccellente per semplificare questo lavoro è l’esame di coscienza quotidiano con l’annotazione e di tutto ciò che si deve sottomettere al tribunale della penitenza. Basteranno così pochi momenti per fare il riassunto mentale delle mancanze prima di avvicinarsi al confessore. Tale metodo ha il vantaggio di scaricare la memoria durante la settimana e di eliminare l’inquietudine che ci potrebbe arrecare la dimenticanza di qualcosa.
      Si abbia tuttavia la cura di non perdersi in minuziosi dettagli, trattandosi di peccati veniali. Più che il numero esatto delle distrazioni nella preghiera, interessa controllarne la causa. Sono le cattive tendenze dell’anima che devono essere corrette e ciò si ottiene molto meglio attaccando le loro cause che verificando il numero delle loro manifestazioni esterne.
      Trattandosi di peccati gravi, invece, é d’obbligo precisare il numero con esattezza o con la massima approssimazione.
    • La contrizione del cuore:
      E’ la principale disposizione richiesta, assieme al proposito, per ricavare il maggior frutto possibile dalla confessione. L’assenza di dolore, se cosciente e volontaria, rende sacrilega la confessione, ed anche in caso di buona fede rende invalida l’assoluzione. Tra le persone che si confessano in genere di colpe veniali, è più facile di quanto si creda l’invalidità dell’assoluzione per mancanza di vero pentimento; la stessa levità di tali colpe e l’abitudine con cui vengono accusate spesso non valgono ad eccitare il pentimento.
      Per la validità, quindi, dell’assoluzione é preferibile non accusarsi delle mancanze leggere che non si ha la capacità di evitare, dato che la loro accusa non è obbligatoria, mentre è più utile orientare il pentimento ed il proposito su qualche grave peccato della vita passata di cui si torna ad accusarsi oppure su qualche mancanza attuale della quale ci si duole veramente e che si ha il serio proposito di non commettere più. L’intensità del pentimento, soprattutto se sgorga dalla contrizione perfetta, é in proporzione diretta col grado di grazia che l’anima riceverà con l’assoluzione sacramentale. Con una contrizione molto intensa l’anima può ottenere non solo la remissione totale delle colpe e della pena temporale, da scontare in questa vita o in purgatorio, ma anche un aumento considerevole di grazia santificante capace di farla avanzare a grandi passi nel cammino della perfezione.
    • Il proposito fermo
      Per mancanza di esso risultano invalide un gran numero di confessione soprattutto tra persone che frequentano spesso il confessionale. Non ci si deve accontentare del proposito generale di non peccare più, troppo vago per essere efficace; occorre prendere la risoluzione concreta ed energica di usare tutti i mezzi necessari per evitare questa o quella mancanza particolare, o di progredire in una determinata virtù. Controlliamoci su questo punto nell’esame di coscienza quotidiano e diamo conto al confessore della nostra fedeltà o della nostra indolenza.
    • La confessione orale:
      Essa deve essere:

      profondamente umile:
      Il penitente deve riconoscere sinceramente le sue miserie e incominciare a ripararle accettando volontariamente la propria abiezione agli occhi del confessore. Commettono quindi un grave errore le persone che, quando cadono in una colpa umiliante, vanno in cerca di un altro confessore, affinché quello ordinario non sospetti di nulla e non perdiamo così la sua stima. Non faranno mai un passo nella via della perfezione le anime che conservano ancora tanto radicato l’amor proprio e sono molto lontani dalla vera umiltà di cuore.
      Coloro che desiderino santificarsi veramente, pur senza mancare alla verità esagerando volontariamente le qualità ed il numero dei loro peccati, se ne accusano nella maniera più umiliante possibile, senza tendere a scusarsi piuttosto che accusarsi.






integra
:
Non ci riferiamo tanto all’integrità nell’accusa della specie e del numero dei peccati mortali, assolutamente indispensabile per non convertire la confessione in sacrilegio, ma alla manifestazione delle cause e dei motivi che hanno determinato questi peccati, affinché il confessore possa applicare il conveniente rimedio.
dolorosa:
Le parole devono manifestare il pentimento sincero di cui l’anima è pervasa.
frequente:
Perché la confessione sia un esercizio santificante, è necessario farla frequentemente.
Ci furono dei santi, come San Vincenzo Ferreri, Santa Caterina da Siena, Sant’Ignazio di Loyola, San Carlo Borromeo, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, che si confessavano tutti i giorni, non perché fossero scrupolosi o avessero dubbi di coscienza, ma perché avevano sete di Dio, e sapevano che uno dei mezzi più efficaci per progredire nella perfezione é il sacramento della penitenza. L’anima che aspira seriamente alla santità non si dispenserà mai dalla confessione almeno settimanale.
Non v’é dubbio che la confessione così praticata sia un mezzo eccellente di santificazione:
Versa il sangue di Cristo sulla nostra anima
, la purifica e la santifica. Per questo i santi, particolarmente illuminati sul valore infinito del sangue redentore di Gesù, avevano una vera fame e sete dell’assoluzione sacramentale.
Aumenta la grazia
secondo l’intensità del pentimento e del grado di umiltà di colui che si avvicina al sacramento.
Riempie l’anima di pace e di consolazione
. E’ questa una disposizione psicologica indispensabile per realizzare un vero progresso spirituale.
Accresce la luce nelle vie di Dio
. Dopo esserci confessati comprendiamo meglio la necessità di perdonare le ingiurie, perché vediamo con quanta misericordia ci ha perdonato il Signore, o avvertiamo con maggiore chiarezza la malizia del peccato veniale.
Aumenta considerevolmente le forze dell’anima
dandole energie per vincere le tentazioni e fortezza per il perfetto compimento del dovere. Siccome queste forze tendono ad indebolirsi a poco a poco, é necessario rinnovarle con la confessione frequente.
Così dice Maria SS.ma a Consuelo a proposito del sacramento della penitenza:
"Questo sublime sacramento fu istituito da nostro Signore Gesù Cristo con queste parole: Come il padre ha mandato me, anch’io mando voi. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi. Dio è l’unico che può perdonare i peccati. Ma il Signore conferisce questo potere ai suoi eletti, li rende partecipi del suo sacerdozio eterno e li eleva in dignità al di sopra degli angeli, rendendoli simili a sé, perché il sacerdote rappresenta Cristo, e queste parole lo testimoniano: Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me.
Il sacramento della penitenza provoca nell’anima effetti altamente sublimi e santificanti, vestendola di forza e decoro.
Per confessarsi bene occorre: esame di coscienza, dolore di cuore, proposito fermo di correzione, confessione dei peccati al ministro del Signore e, se fossero gravi, dirli tutti, e dire pure la materia e il numero degli stessi; poi compiere la penitenza. In questo modo l’uomo, morto per il peccato, risuscita alla vita divina, che é la grazia.
Chi ha vinto la morte con il sacramento della penitenza, non raggiungerà la seconda morte
......Le madri, nei nove mesi di gestazione, alimentano i figli con la propria sostanza, che passa attraverso il cordone ombelicale. Fra la madre e la creatura c’é un’unione perfetta e, allo stesso tempo, necessaria per la vita del nuovo essere in processo di sviluppo. Se per un istante tale cordone si rompesse, il piccolo, che dipende dalla madre, morirebbe senza alcuna possibilità di vita. Tutto questo, che può avvenire in un ordine meramente naturale, può verificarsi anche in un piano spirituale.
…….L’uomo, lo voglia o no, proviene da Dio.......Così, quando l’uomo pecca con un peccato che conduce alla morte, spezza volontariamente quel cordone ombelicale attraverso il quale Dio mandava la propria sostanza, che é partecipazione della sua vita divina. E, allontanato da Dio, l’uomo muore spiritualmente, anche se ha il nome di chi vive.
..........I miei figli non offendano più Dio, e se per debolezza l’uomo pecca, si accosti presto alla grazia sacramentale della confessione e cerchi il Signore. Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno. Non arrossire di confessare i tuoi peccati, confessali; senza dimenticare che chi ti ascolta, pur avendo l’aspetto di un uomo, non é un semplice mortale, ma é Cristo che agisce attraverso i suoi ministri, che perdona i peccati e porta la pace alla anime, che restituisce la gioia e la letizia agli spiriti.
L’unico modo ordinario con il quale un fedele cosciente di peccato grave si riconcilia con Dio e con la Chiesa, corpo mistico di Cristo, é la confessione individuale e integra e l’assoluzione sacramentale.
Così è prescritto. Non dovete quindi far diventare norma abituale i modi eccezionali e straordinari previsti dalla Chiesa per situazioni molto particolari e determinate. La confessione deve essere personale, perché personale é il peccato.
La preparazione può essere comunitaria. Poi raccoglietevi per l’esame di coscienza e per il resto.
..........Carissimi, frequentate i sacramenti. Per il resto attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro gli spiriti del male.
....Vedo molti confessionali vuoti; se gli uomini avessero coscienza dei propri peccati, tutti i sacerdoti che attualmente abitano la terra, dovrebbero moltiplicarsi per impartire il sacramento della penitenza, perché é immenso il numero di peccati e di peccatori impenitenti".
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" …confessatevi ogni domenica: ascoltatemi, cari figli, perché così camminerete su una retta via. Fate in modo che tutti i vostri peccati vi vengano rimessi, in tal modo non sarete ostacolati nel santificare le vostre anime"
Belpasso, 1 luglio 1987
"…Dovete prepararvi anche ad una buona confessione: che il vostro esame di coscienza sia molto meticoloso. Cercate di pentirvi realmente e sentire un grande dolore dei vostri peccati: non siate orgogliosi, non provate vergogna dinanzi al confessore, alla fine vi sentirete sereni e colmi di gioia, pronti per vivere il Natale: se persino non siete in pace con voi stessi, un giorno prima del Natale, correte a confessarvi, affinché il Signore trovi nei vostri cuori ciò che desidera"
Belpasso, 1 dicembre 1987
Bibliografia:


  1. A.Royo Marin – Teologia della perfezione cristiana – Ed.Paoline
  2. Consuelo - Maria trono della sapienza - Ed. Ancora
  3. M.Calvagno – Il diario di Rosario Toscano
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Messaggio  priscilla Gio Apr 22, 2010 7:24 pm

Confessarsi tutti i giorni per prendere la comunione tutti i giorni?

Per ricevere l’Eucaristia bisogna essere in grazia di Dio, cioè non avere commesso peccati gravi dopo l’ultima confessione ben fatta. Dunque , se si è in grazia di Dio si può ricevere la comunione senza confessarsi prima dell’Eucaristia. La confessione delle colpe veniali può farsi frequentemente. Normalmente il buon cristiano si confessa ogni settimana, come consiglia s. Alfonso.

1458 Sebbene non sia strettamente necessaria, la confessione delle colpe quotidiane (peccati veniali) è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa.54 In effetti, la confessione regolare dei peccati veniali ci aiuta a formare la nostra coscienza, a lottare contro le cattive inclinazioni, a lasciarci guarire da Cristo, a progredire nella vita dello Spirito. Ricevendo più frequentemente, attraverso questo sacramento, il dono della misericordia del Padre, siamo spinti ad essere misericordiosi come lui:55
Quali sono i peccato gravi/mortali? (elenco)
Innanzitutto vediamo cosa è il peccato
II. La definizione di peccato
1849 Il peccato è una mancanza contro la ragione, la verità, la retta coscienza; è una trasgressione in ordine all'amore vero, verso Dio e verso il prossimo, a causa di un perverso attaccamento a certi beni. Esso ferisce la natura dell'uomo e attenta alla solidarietà umana. E' stato definito "una parola, un atto o un desiderio contrari alla legge eterna" [Sant'Agostino, Contra Faustum manichaeum, 22: PL 42, 418; San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I-II, 71, 6].
1850 Il peccato è un'offesa a Dio: "Contro di te, contro te solo ho peccato. Quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto" ( Sal 51,6 ). Il peccato si erge contro l'amore di Dio per noi e allontana da esso i nostri cuori. Come il primo peccato, è una disobbedienza, una ribellione contro Dio, a causa della volontà di diventare "come Dio" ( Gen 3,5 ), conoscendo e determinando il bene e il male. Il peccato pertanto è "amore di sé fino al disprezzo di Dio" [Sant'Agostino, De civitate Dei, 14, 28]. Per tale orgogliosa esaltazione di sé, il peccato è diametralmente opposto all'obbedienza di Gesù, che realizza la salvezza [Cf Fil 2,6-9 ].
1851 E' proprio nella Passione, in cui la misericordia di Cristo lo vincerà, che il peccato manifesta in sommo grado la sua violenza e la sua molteplicità: incredulità, odio omicida, rifiuto e scherno da parte dei capi e del popolo, vigliaccheria di Pilato e crudeltà dei soldati, tradimento di Giuda tanto pesante per Gesù, rinnegamento di Pietro, abbandono dei discepoli. Tuttavia, proprio nell'ora delle tenebre e del Principe di questo mondo, [Cf Gv 14,30 ] il sacrificio di Cristo diventa segretamente la sorgente dalla quale sgorgherà inesauribilmente il perdono dei nostri peccati.

Poi una breve distinzione tratta dal Compendio circa il peccato mortale ed il peccato veniale.
395. Quando si commette il peccato mortale?
1855-1861; 1874
Si commette il peccato mortale quando ci sono nel contempo materia grave, piena consapevolezza e deliberato consenso. Questo peccato distrugge in noi la carità, ci priva della grazia santificante, ci conduce alla morte eterna dell'inferno se non ci si pente. Viene perdonato in via ordinaria mediante i Sacramenti del Battesimo e della Penitenza o Riconciliazione.

396. Quando si commette il peccato veniale?
1862-1864; 1875
Il peccato veniale, che si differenzia essenzialmente dal peccato mortale, si commette quando si ha materia leggera, oppure anche grave, ma senza piena consapevolezza o totale consenso. Esso non rompe l'alleanza con Dio, ma indebolisce la carità; manifesta un affetto disordinato per i beni creati; ostacola i progressi dell'anima nell'esercizio delle virtù e nella pratica del bene morale; merita pene purificatorie temporali.

Approfondiamo
Dal CCC
IV. La gravità del peccato: peccato mortale e veniale
1854 E' opportuno valutare i peccati in base alla loro gravità. La distinzione tra peccato mortale e peccato veniale, già adombrata nella Scrittura, [Cf 1Gv 5,16-17 ] si è imposta nella Tradizione della Chiesa. L'esperienza degli uomini la convalida.
1855 Il peccato mortale distrugge la carità nel cuore dell'uomo a causa di una violazione grave della legge di Dio; distoglie l'uomo da Dio, che è il suo fine ultimo e la sua beatitudine, preferendo a lui un bene inferiore.
Il peccato veniale lascia sussistere la carità, quantunque la offenda e la ferisca.
1856 Il peccato mortale, in quanto colpisce in noi il principio vitale che è la carità, richiede una nuova iniziativa della misericordia di Dio e una conversione del cuore, che normalmente si realizza nel sacramento della Riconciliazione:
Quando la volontà si orienta verso una cosa di per sé contraria alla carità, dalla quale siamo ordinati al fine ultimo, il peccato, per il suo stesso oggetto, ha di che essere mortale... tanto se è contro l'amore di Dio, come la bestemmia, lo spergiuro ecc., quanto se è contro l'amore del prossimo, come l'omicidio, l'adulterio, ecc... Invece, quando la volontà del peccatore si volge a una cosa che ha in sé un disordine, ma tuttavia non va contro l'amore di Dio e del prossimo, è il caso di parole oziose, di riso inopportuno, ecc., tali peccati sono veniali [San Tommaso d'Aquino, Summa Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I-II, 88, 2].
1857 Perché un peccato sia mortale si richiede che concorrano tre condizioni: "E' peccato mortale quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza e deliberato consenso" [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 17].
1858 La materia grave è precisata dai Dieci comandamenti, secondo la risposta di Gesù al giovane ricco: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre" ( Mc 10,19 ). La gravità dei peccati è più o meno grande: un omicidio è più grave di un furto. Si deve tener conto anche della qualità delle persone lese: la violenza esercitata contro i genitori è di per sé più grave di quella fatta ad un estraneo.
1859 Perché il peccato sia mortale deve anche essere commesso con piena consapevolezza e totale consenso. Presuppone la conoscenza del carattere peccaminoso dell'atto, della sua opposizione alla Legge di Dio. Implica inoltre un consenso sufficientemente libero perché sia una scelta personale. L'ignoranza simulata e la durezza del cuore [Cf Mc 3,5-6; Lc 16,19-31 ] non diminuiscono il carattere volontario del peccato ma, anzi, lo accrescono.
1860 L' ignoranza involontaria può attenuare se non annullare l'imputabilità di una colpa grave. Si presume però che nessuno ignori i principi della legge morale che sono iscritti nella coscienza di ogni uomo. Gli impulsi della sensibilità, le passioni possono ugualmente attenuare il carattere volontario e libero della colpa; come pure le pressioni esterne o le turbe patologiche. Il peccato commesso con malizia, per una scelta deliberata del male, è il più grave.
1861 Il peccato mortale è una possibilità radicale della libertà umana, come lo stesso amore. Ha come conseguenza la perdita della carità e la privazione della grazia santificante, cioè dello stato di grazia. Se non è riscattato dal pentimento e dal perdono di Dio, provoca l'esclusione dal Regno di Cristo e la morte eterna dell'inferno; infatti la nostra libertà ha il potere di fare scelte definitive, irreversibili. Tuttavia, anche se noi possiamo giudicare che un atto è in sé una colpa grave, dobbiamo però lasciare il giudizio sulle persone alla giustizia e alla misericordia di Dio.
1862 Si commette un peccato veniale quando, trattandosi di materia leggera, non si osserva la misura prescritta dalla legge morale, oppure quando si disobbedisce alla legge morale in materia grave, ma senza piena consapevolezza e senza totale consenso.
1863 Il peccato veniale indebolisce la carità; manifesta un affetto disordinato per dei beni creati; ostacola i progressi dell'anima nell'esercizio delle virtù e nella pratica del bene morale; merita pene temporali. Il peccato veniale deliberato e che sia rimasto senza pentimento, ci dispone poco a poco a commettere il peccato mortale. Tuttavia il peccato veniale non rompe l'Alleanza con Dio. E' umanamente riparabile con la grazia di Dio. "Non priva della grazia santificante, dell'amicizia con Dio, della carità, né quindi della beatitudine eterna" [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 17].
L'uomo non può non avere almeno peccati lievi, fin quando resta nel corpo. Tuttavia non devi dar poco peso a questi peccati, che si definiscono lievi. Tu li tieni in poco conto quando li soppesi, ma che spavento quando li numeri! Molte cose leggere, messe insieme, ne formano una pesante: molte gocce riempiono un fiume e così molti granelli fanno un mucchio. Quale speranza resta allora? Si faccia anzitutto la confessione. . [Sant'Agostino, In epistulam Johannis ad Parthos tractatus, 1, 6].
1864 "Qualunque peccato o bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata" (Mt 12,31). La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Dominum et Vivificantem, 46]. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna.
Approfondiamo ulteriormente
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Messaggio  solenascente Gio Apr 22, 2010 10:47 pm

Avrò da studiare per n bel pò eheheheh..Il secondo post è anche di fifficile lettura....una buona occasione per mettere le lenti nuove....
Comunque grazie anche se stasera devo seguire un pò le vicende politiche nazionali.
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Messaggio  gabriel Ven Apr 23, 2010 12:22 am

Priscillina ????? che botta di roba scritta , si tu sai che non leggerò nemmeno una riga di tutto ciò , ma dovresti cambiare colore al post , si legge davvero male .....
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Messaggio  solenascente Ven Apr 23, 2010 10:42 am

Non ho ancora modo di riflettere sul lungo post di Priscillla, ma oggi mi capita di leggere questa notizia.


Con la separazione dalla seconda moglie, Berlusconi è tornato - secondo mons. Fisichella - ad una situazione "ex ante". "E' il secondo matrimonio civile, da un punto di vista canonico, a creare problemi, perché -spiega mons. Fisichella - è solo al fedele separato e risposato che è vietato comunicarsi, perchè sussiste uno stato di permanenza nel peccato". La spiegazione non convince la blogosfera, che critica ferocemente l'esponente della Chiesa per la sua sfacciata difesa del Premier.

Non avrei nulla in contrario se non si facessero eccezioni. Sempre due pesi e due misure.
Mi vien proprio da dire DIO E' GRANDE , la morale cattolica spesso solo tormento....
Scusatemi ma non mi è andata giù, perchè a tanti è impedito.
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Messaggio  mrs_holmes Ven Apr 23, 2010 1:54 pm

questo episodio forse potrebbere essere uno di quei tasselli sporchi.
Non dimentichiamo che il Signore parla direttamente con la nostra coscienza e non sempre con gli esempi dei nostri fratelli.
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Messaggio  gabriel Ven Apr 23, 2010 3:25 pm

Posso dissentire su tutta la faccenda ?????? trovo alquanto macchinoso relegare la mia salvazione eterna a questi principi , poi ognuno è libero di credere nella sua fede ... non voglio offendere nessuno....
gabriel
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Messaggio  solenascente Ven Apr 23, 2010 4:23 pm

gabriel ha scritto:Posso dissentire su tutta la faccenda ?????? trovo alquanto macchinoso relegare la mia salvazione eterna a questi principi , poi ognuno è libero di credere nella sua fede ... non voglio offendere nessuno....

Certo che puoi dissentire, a me fa sempre piacere quando si dissente...è l'unico modo per capire qualcosa in più.
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