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HANNO DETTO DI NOI...DONNE

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Messaggio  solenascente Lun Mar 02, 2009 2:26 am

Vorrei proporre alcuni passaggi tratti da Al di là del bene e del male di Nietzsche.
E' un pensatore un pò scomodo, un grande provocatore, odioso quando parla delle donne, ma devo ammettere che offre anche interessanti spunti di riflessioni e alla fine, nel mio caso, l'attrazione ha vinto sulla repulsione.
Per quanto riguarda i brani che propongo, in quanto donna per un attimo l'ho odiato profondamente, ma ad una seconda lettura ho riso e ho pensato
-Ma poverino come dovevi essere messo male!-
A chi ha un pò di pazienza auguro buona lettura...ho evidenziato qualche passaggio per i più pigri.


232.
La donna vuole rendersi indipendente: e tanto per incominciare vuole illuminare gli uomini sull'essere della « donna in se » ; questo è uno dei più odiosi progressi dell'abbrutimento generale dell'Europa. Imperocchè quali brutte cose porteranno alla luce codesti esperimenti goffi della scienza della donna, che vuol metter a nudo se stessa ! La donna ha tanti motivi d'esser pudica: nella donna c'è tanta pedanteria, tanta superficialità, tanta sovrabbondanza di cose apprese alla scuola, di cose piccinamente presuntuose, sfrenate ed immodeste - si studino solamente i rapporti della donna coi bambini! tante cose che sinora non conobbero con altro ritegno che quello ispirato dalla paura dell'uomo. Guai se l'eterno noioso nella donna - che ne è ben provvista -- dovesse farsi largo; se la donna dovesse incominciar a disimparare radicalmente la sua giudiziosità e le sue arti, che sono quelle della grazia, del diletto, del dissipare le cure, del render la vita più facile, d'insegnare a prenderla con leggerezza: se infine dovesse disimparare la sua fine capacità di destare passioni aggradevoli !
Si ode già adesso un clamore di voci femminine che, per sant'Aristofane ! mette paura, s'odono delle minacce d'una precisione medica sul conto di ciò che la donna in primo ed in ultimo luogo esige dall'uomo. Non è forse indizio d'un pessimo gusto se la donna in tal modo s'accinge a diventar scientifica? Sinora la Dio mercé lo spiegare era affare degli uomini; dote degli uomini -- e restava in tal modo « tra di loro ». Del resto, considerando tutto ciò che le donne scrivono sul conto della « donna », é lecito dubitare che la donna voglia proprio spiegarsi sul proprio conto, - o che possa volerlo. O se piuttosto con ciò la donna non vada in cerca d'un nuovo adornamento - mi pare che l'adornarsi faccia parte integrante dell' « eterno femminino ». In tal caso essa vuol ispirar paura di se stessa: - e con ciò forse conquistare il potere. Ma non vuole la verità: che importa mai della verità alla donna! Nessuna cosa da quando mondo è mondo, alla donna è stata più estranea, più antipatica: più avversa della verità; la sua grande arte consiste nella menzogna ciò che maggiormente la preoccupa è l'apparenza, è la bellezza. Confessiamolo noi uomini: noi amiamo precisamente codesta arte, codesto istinto nella donna, noi che siamo pesanti, e per nostra ricreazione ci accompagniamo volentieri a degli esseri, sotto le cui dita, sotto i cui sguardi, tra le cui tenere follie la nostra serietà, la nostra gravità la nostra profondità assumono l'aspetto d'una grande sciocchezza...


239.
Il sesso debole in nessuna epoca fu trattalo con tanti riguardi dall'uomo come nella nostra ciò forma parte dell'inclinazione e del gusto fondamentale democratico, come pure la mancanza di rispetto all'età : quale meraviglia se di tali riguardi abbiamo tosto abusato? Mi si esige di più, si apprende ad esigere, si finisce col ravvisare un'offesa in ogni tributo di stima, perché si preferirebbe la concorrenza, anzi la lotta per i diritti : in breve, li donna vi perdendo il suo pudore.
Soggiungiamo subito che vi perdendo anche di gusto. Essi disimpara i temere l'uomo, ma la donna che « non sa più temere » rinunzia ai suoi istinti più essenzialmente femminili. Che la donna ardisca farsi avanti, quando si trascura tutto quello che nell'uomo ispira timore anzi, diciamolo più chiaramente, quando in tutti i modi si impedisce all'uomo d'essere uomo, ciò é ancora comprensibile e compatibile: quello che e più difficile i comprendersi si è che appunto per ciò la donna... degenera. E questo avviene oggi; non illudiamoci in proposito ! Dovunque lo spirito industriale ha ottenuto il sopravvento sullo spirito militare ed aristocratico, la donna tende ad acquistare l'indipendenza economica e legale di un commesso; la donna commesso sta sulla soglia della nuova società che sta formandosi. Mentre essa in tal modo prende possesso di nuovi diritti, tende i diventare « padrona » e scrive sulle sue bandiere l'emancipazione della donna, avviene con terribile precisione appunto il contrario: la donna va indietro.

Dalla rivoluzione francese in poi l'influenza della donna è scemata, di tanto, di quanto le sue pretese aumentarono; e l'emancipazione della donna, in quanto è voluta e favorita dalle stesse donne (e non di zucche vuote mascoline), si riveli come un sintomo curioso del progrediente indebolimento ed ottundimento degli istinti essenzialmente femminini.
C'è della stupidità in un tal movimento, una stupidità quasi mascolina, di cui una donna ammodo - la quale è sempre anche uni donna di senno - dovrebbe intimamente vergognarsi. Perdere la conoscenza del terreno sul quale deve necessariamente irriderle la vittoria, trascurare l'esercizio delle armi che alla donna son proprie, incanagliirsi dinanzi all'uomo per arrivare « sino al libro », mentre prima si cercava l'educazione severa e l'umiltà finalmente scaltra: tentar di demolire la credenza dell'uomo in un ideale fondamentalmente diverso dal suo, che si cela nella donna, la cui fede nell'eterno femminino: tentar di dissuadere all'uomo che la donna sia una specie d'animale domestico, più delicato, stranamente selvaggio e talvolta gradevole, il quale chiede di essere mantenuto protetto, compatito; accumulare tendenziosamente tutti i titoli di schiavitù, ai quali nell'ordinamento sociale sin qui vigente la donna era sottoposti e lo é ancora (come la schiavitù fosse un argomento contraddittorio e non piuttosto una condizione necessaria di ogni coltura più elevata, di ogni elevazione nella cultura); - che cosa significa tutto ciò sennonché un rovinare degli istinti femminini, uno sfemminamento? È ben vero che vi sono molti amici e corruttori imbecilli della donna tra gli asini dotti del genere mascolino, i quali suggeriscono alla donna, di sfemminarsi e di imitare tutte le sciocchezze, che in Europa hanno ammorbato l'uomo, la virilità europea, - i quali vorrebbero far discendere la donna al livello della coltura generale, alla lettura delle gazzette ed alla politica! In certi casi si vuol farne degli spiriti liberi, dei letterati: come se una donna irreligiosa per l'uomo profondo ed ateo non rappresentasse qualche cosa di ripugnante o di ridicolo ; quasi dappertutto si corrompono i loro nervi con la musica la più morbosa e la più pericolosa di quante mai ve ne furono (con la nostra musica tedesca modernissima) e si rendono ogni giorno più isteriche e meno adatte alla loro prima ed ultima missione, che é quella di metter al mondo dei figliuoli sani.

In generale, si vuole " incivilirle" maggiormente, o adoperando le loro parole, render forte il sesso debole mercè la coltura, come se non ci fosse la storia ad insegnarci che civiltà ed indebolimento vale a dire indebolimento, disorganamento, ammorbamento della forza della volontà andarono sempre di pari passo e che le donne le più potenti ed influenti del mondo (ultima la madre di Napoleone) dovevano la loro possanza e la loro influenza sugli uomini precisamente alla forza della propria volontà - e non già ai maestri di scuola!

Quello che nella donna c'ispira rispetto e non di rado anche timore, é la di lei natura, che é molto più naturale di quella dell'uomo, la di lei mobilità, l'agilità da vera bestia selvaggia, l'unghia della tigre che nasconde sotto il guanto profumato; il suo egoismo ingenuo, la sua inettezza ad essere educata, il suo essere intimamente selvaggio, l'inconcepibile, la sconfinata mobilità delle sue passioni e delle sue virtù.... Quello che ci ispira della pietà per codesto bel gatto pericoloso che chiamiamo « donna », si è che essa é più soggetta a soffrire, che é più sensibile, più assetata d'amore e condannata alle disillusioni di qualsiasi altro animale.
Timore e pietà, ecco i sentimenti che l'uomo sinora provava dinanzi alla donna, sempre con un piede nella tragedia, la quale dilania mentre entusiasma. - Eh?
Ed ora tutto ciò dovrebbe esser finito ? E si studia di rompere l'incanto della donna? E si sta per formarne a poco a poco il più noioso degli esseri? Oh Europa! Europa!
Conosciamo molto bene l'animale cornuto, che tu hai preferito a tutti gli altri, ed il quale minaccia ancora di riuscirti pericoloso!
La vecchia favola potrebbe ancora diventare « storia » - ancor una volta una smisurata imbecillità potrebbe impossessarsi di te e trascinarti seco! Colla differenza che quella imbecillità non servirebbe di maschera ad un Dio, ma soltanto ad un' « idea > , ed un' « idea moderna ! !
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Messaggio  vuoi_parlare_con_me Lun Mar 02, 2009 1:41 pm

Ma vieni Sole!!!!! Grandiosa!!!!! hai messo un post da PAURAAAAAAAAAA ahahahahahahah che stimolante... si si si si si si si si si!!!!
Ok ora me lo medito per benino e poi ti rispondo!!!!

WWWWWWWWWoooooooooooowwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww come mi esaltano ste cose HANNO DETTO DI NOI...DONNE Slider10

Baci esaltati!!!
Paola
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Messaggio  cuore1969 Lun Mar 02, 2009 11:22 pm

sole miticaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
ps. ho sentito un giorno

che dietro un grande uomo ci sta una grande donna
meditate gente meditate

alessandra
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Messaggio  vuoi_parlare_con_me Mar Mar 03, 2009 1:23 pm

Eccomi finalmente cara Sole…. wow che esaltante capriole che hai fatto fare al mio cervelletto con il tuo scritto… Ti riporto le mie riflessioni.

Lo scritto che hai riportato di Nietzsche è di notevole impatto.
Dopo averlo letto con calma la prima riflessione che mi sono posta è la differenza tra femminilità e femminismo:

Femminilità: Storicamente a tale concetto sono state associate caratteristiche quali: passività, dipendenza, fragilità, sensibilità, intuito, ricettività ed emotività. La femminilità sembra essere legata al potere delle donne di sedurre, di farsi amare, di prendere cura, di diventare madri. La femminilità come la mascolinità si costruisce attraverso processi psicosociali (culturali, educativi ecc.) grazie ai quali ogni persona acquisisce un'identità di genere: non sono aspetti della personalità "naturali, biologici" ma costruiti socialmente e quindi mutevoli. Oggi i cambiamenti dei ruoli sessuali hanno cambiato il modo di intendere la femminilità: la donna esprime parti di sé finora considerati maschili (indipendenza, competitività, razionalità, potere ecc.). Oggi quindi la donna esprime una nuova identità non più basata sulla maternità ma sulla realizzazione in quanto persona.
Femminismo: Il movimento di liberazione della donna ha conosciuto una nuova fase di sviluppo negli anni Settanta, riprendendo tutte le sue rivendicazioni e puntando contro il cosiddetto 'sciovinismo maschile', ossia la protesta contro una società diretta esclusivamente da maschi. I movimenti femministi degli anni '70 si dedicarono quindi alla creazione di una coscienza dello stato di oppressione in cui versavano le donne ed alla propria liberazione da questo. Ritenendo che la differenziazione dei ruoli sessuali privilegiasse quello maschile e che fosse il risultato di 'un'ideologia oppressiva', dovuta ad un sistema educativo retrogrado e condizionante. Parallelamente e in contrapposizione alle organizzazioni di tipo riformista, si sono formati numerosi gruppi di femministe radicali che credevano che la liberazione della donna potesse avvenire grazie alla negazione della società, dominata da valori maschili, e nel rovesciamento del sistema.
Le forme più acute ed estremistiche di femminismo si sono poi attenuate nel tempo, concentrandosi più che verso il rovesciamento del sistema, verso un'effettiva uguaglianza nel potere decisionale nei vari campi della società. Questo nuovo femminismo trova sempre più numerosi simpatizzanti anche fra gli uomini, o almeno fra coloro i quali sono convinti che una vera democrazia non possa ormai conciliarsi con la disuguaglianza dei sessi.

Ora la domanda che mi pongo è: il femminismo e la femminilità devono essere due concetti da tenere ben distinti???? Personalmente trovo che solo dalla fusione dei due termini si possa arrivare alla integrazione femminile. La donna non può rinnegare la sua femminilità dovendo fermamente rivendicare il suo diritto a realizzarsi e a manifestarsi in quanto persona!!!

Per quando riguarda la disamina di Nietzsche… ognuno di noi scrive, compone, si comporta… manifesta la sua personalità in funzione della propria esperienza di vita. Jasper diceva che: “la personalità di un individuo è la sedimentazione della sua storia”. Quindi voglio provare a capire il pensiero di Nietzsche da un punto di osservazione “psicoanalitico”. Trovo la chiave di lettura in particolare nell’’episodio “Delle femmine vecchie e giovani” dello Zarathustra; questa frase è la sintesi: “L’uomo deve essere educato alla guerra e la donna al conforto del guerriero: tutto il resto è stoltezza”
Ovvio che a questo punto è indispensabile chiederci il rapporto di Nietzsche con le “sue” donne.
Secondo Ivan Gobry, Zarathustra è una compensazione della perdita che il filosofo ha subito separandosi dall’anziana madre. In generale Gobry considera che tutta la filosofia di Nietzsche sia contrassegnata da un meccanismo difensivo di compensazione
Hildebrandt ipotizza che con il Zarathustra, Nietzsche avrebbe finalmente trovato la sua dottrina e la sua strada che gli avrebbe permesso di superare la fase di crisi e di scetticismo derivato dalla negativa esperienza del suo legame con Lou Salomé: giovane russa di cui Nietzsche si innamorò; le chiese di sposarlo e lei RIFIUTO’. Egli cadde in depressione e compensò tale dolore componendo Zarathustra. Sottolineo il fatto che la giovane Luo era donna di grande intelletto e di raffinata intelligenza… quindi….
Curioso comunque come il filosofo della negazione del rimedio, la negazione del distacco che la ragione opera sui sensi, predichi comunque il distacco dall'essere più sensuale: la donna


Ecco le mie riflessioni!!!

Concludo con alcuni (anche ironici) aforismi del filosofo sulla donna:

. Differenti sospiri. Alcuni mariti hanno sospirato sul rapimento delle loro mogli; la maggior parte nel fatto che nessuno gliele abbia volute rapire.
. Amicizia femminile. Le donne possono stringere benissimo amicizia con un uomo; ma per poterla conservare – a tal fine deve ben aiutare una piccola antipatia fisica.
. Noia. Molte persone, specialmente donne, non sentono la noia, perché non hanno mai imparato a lavorare ordinatamente.
Un elemento dell’amore. In ogni specie di amore femminile viene in luce anche qualcosa dell’amore materno.
. L’unità di luogo e il dramma. Se i coniugi non vivessero insieme, i buoni matrimoni sarebbero piú frequenti.
. Conseguenze abituali del matrimonio. Ogni rapporto che non eleva abbassa, e viceversa; perciò gli uomini scendono alquanto, quando prendono moglie, mentre le donne vengono alquanto innalzate. Gli uomini troppo spirituali provano in ugual misura bisogno e ripugnanza per il matrimonio, come per una repellente medicina.
. Matrimonio di buona durata. Un matrimonio in cui ciascuno dei coniugi vuol raggiungere tramite l’altro uno scopo individuale, si tiene bene insieme, come per esempio quando la moglie vuol diventare celebre per mezzo del marito e il marito popolare per mezzo della moglie.


Sole Grazie!!!!! Ho vibrato di libidine intellettiva nel fare questo sforzo…. Ahhhhh che sorso di beatitudine!!!
Ti abbraccio e ti bacio con dolcezza
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Messaggio  solenascente Mar Mar 03, 2009 4:18 pm

Sto vibrando anch'io...leggendoti...ma oggi è una giornata ricca di impegni...
Spero di aver tempo di leggert con la dovuta attenzione...
Bravissima.....ciaooooooooooooo
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Messaggio  cuore1969 Mar Mar 03, 2009 5:15 pm

leggerò stasera devo andare la lavoro fino alle nove
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Messaggio  solenascente Gio Mar 05, 2009 10:36 pm

Non sopporto nessuna etichetta per cui quella di femminista mi sta particolarmente stretta, anche se penso che in alcuni momenti della storia siano necessari movimenti radicali per riuscire a far sentire la propria voce, catturare l’attenzione e ottenere qualche risultato.
Certamente siamo tutte debitrici nei confronti dei movimenti femministi che, almeno nella nostra società ci hanno garantiti alcuni diritti fondamentali:il diritto all’istruzione, il diritto al lavoro, il suffragio universale etc.
Accettiamo, dunque di buon grado tutto ciò che è stato fatto anche se, a parer mio, oggi c’è un po’ l’illusione di aver raggiunto alcuni traguardi e si rischia di dar per certo ciò che non lo è ancora.
Il cammino per liberarsi da certi stereotipi è ancora lungo e sta a noi adesso trovare un equilibrio e acquisire sempre più consapevolezza di ciò che siamo senza cercare di imitare nessun modello diverso dal nostro, ma rimanere noi stesse con tutto ciò che ci caratterizza - maternità, etica della cura, affetti, seduzione, etc- e con le nostre contraddizioni - fragili, ma allo stesso tempo con una grande capacità di comprendere, sopportare, reagire- .


lol!
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Messaggio  vuoi_parlare_con_me Ven Mar 06, 2009 11:05 am

solenascente ha scritto:Non sopporto nessuna etichetta per cui quella di femminista mi sta particolarmente stretta, anche se penso che in alcuni momenti della storia siano necessari movimenti radicali per riuscire a far sentire la propria voce, catturare l’attenzione e ottenere qualche risultato.
Certamente siamo tutte debitrici nei confronti dei movimenti femministi che, almeno nella nostra società ci hanno garantiti alcuni diritti fondamentali:il diritto all’istruzione, il diritto al lavoro, il suffragio universale etc.
Accettiamo, dunque di buon grado tutto ciò che è stato fatto anche se, a parer mio, oggi c’è un po’ l’illusione di aver raggiunto alcuni traguardi e si rischia di dar per certo ciò che non lo è ancora.
Il cammino per liberarsi da certi stereotipi è ancora lungo e sta a noi adesso trovare un equilibrio e acquisire sempre più consapevolezza di ciò che siamo senza cercare di imitare nessun modello diverso dal nostro, ma rimanere noi stesse con tutto ciò che ci caratterizza - maternità, etica della cura, affetti, seduzione, etc- e con le nostre contraddizioni - fragili, ma allo stesso tempo con una grande capacità di comprendere, sopportare, reagire- .


lol!


Soleeeeeeeeeeeeeeeeeeee ma sei UNO SPETTACOLO DI DONNA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Shocked
Hai mai pensato di darti alla politica???? Io ti stra-voterei cheers

Baci al gusto tiramisù di Ale
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Messaggio  solenascente Ven Mar 06, 2009 2:19 pm

Soleeeeeeeeeeeeeeeeeeee ma sei UNO SPETTACOLO DI DONNA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Shocked
Hai mai pensato di darti alla politica???? Io ti stra-voterei cheers

Un grande statista aveva capito bene, tanto tempo fa, che bisogna fare una distinzione fra politica e morale.
Sicuramente non aveva tutti i torti, perchè a volte, per raggiungere un grande obiettivo bisogna necessariamente scendere a compromessi.
Personalmente detesto i compromessi specialmente se cozzano con i miei ideali, dunque è una strada che non potrei mai intraprendere...
E poi ...ma come si fa a fermare il vento???... sunny
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Messaggio  vuoi_parlare_con_me Ven Mar 06, 2009 8:42 pm

solenascente ha scritto:

Un grande statista aveva capito bene, tanto tempo fa, che bisogna fare una distinzione fra politica e morale.


Hai ragione Sole.... le due cose sono incompatibili... oggi più che mai!!!!!

Baci moralissimi
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