DONNE & POESIA

Donne e poesia

di Maria Froncillo

La presenza femminile nel mondo della poesia come in quello dell'arte esprime e sottolinea
tragicamente la lotta che la donna nei secoli ha portato avanti per esistere come persona.
La scrittura femminile è stata sempre considerata trasgressiva, in quanto espressione di un privato
spesso conflittuale col contesto storico della realtà quotidiana.
Elisabetta Resy scrive: «C'è nell'immagine stessa di una donna che scrive, qualcosa di anomalo, di
diverso dal solito, dì sfuggente e di ambiguo. Forse è l'ombra di un pregiudizio antico, duro a morire.
Le donne hanno pagato spesso con un’esistenza spezzata il coraggio di sottrarsi al silenzio e al divieto
di scrivere che segnava la loro vita collettiva. Esclusa o straniera nella propria lingua la donna vive per
costrizione, ma a volte anche per scelta, in silenzio».
E anche Virginia Woolf sottolinea il rapporto stretto che corre tra vita e letteratura, il che ha spesso
provocato nella scrittura femminile enormi conflitti.
Ricordiamo nel sesto e quinto secolo poetesse come Corinna (che fu maestra di Pindaro) e Saffo, e
nell'età romana Sulpicia e Melinno.
Dopo un lungo silenzio scopriamo grandissime voci femminili nella poesia con le poetesse del
Cinquecento fra le quali ricordiamo Vittoria Colonna (che fu musa ed ispiratrice di Michelangelo
Buonarroti), Gaspara Stampa che cantò, trasfigurandolo nella poesia, il suo unico amore, Isabella
Morra, trucidata dai fratelli per avere osato coltivare l'amore di un uomo, Veronica Gambara.
Prima di questo periodo molta scrittura delle donne si era concentrata sulla mistica, nel chiuso deiconventi. Ricordiamo Angela da Foligno, Camilla Varano, Caterina Fieschi, Maria Maddalena dei
Pazzi, Veronica Giuliani. Nelle pagine di queste mistiche c'è una poesia che gronda dolore e rinunzia di
sé ma che esprime anche un amore totale che investe l'intero essere.

Nel nostro mondo di oggi, soffocato dalle immagini omologate a una cultura distante da noi stessi e dal
nostro mondo interiore, immergersi nella poesia delle donne è come compiere un viaggio senza ritorno.
Siamo stretti in una spirale di sensazioni così forti e vitali e così coinvolgenti che la realtà stessa nella
quale ci muoviamo sembra poter perdere le sue connotazioni più radicate.
Maria Luisa Spaziani, grande poetessa del nostro tempo, ha in un suo libro intitolato Donne in poesia
compiuto questo viaggio immaginario. Siamo così venuti a contatto con tutte quelle poetesse il cui
vissuto, spesso drammatico oltre misura, diede luogo ad una poesia di straordinaria bellezza. Ci
ritroviamo così al cospetto di queste creature dissolte ma pur sempre vive nella nostra memoria,
Leggiamo i più bei versi di Marceline Desbordes-Valmore, di Emily Dickinson, di Mariannina Coffa,
di Vittoria Aganoor Pompilij, Maria Krysinska, di Julia Hasden, di Else LaskerSchùler, di Luisa
Giaconi, di Ada Negri, di Anne de Noailles, Amalia Guglielminetti, Marie Noël, Anna Achmatova,
Gabriela Mistral, Marina Cvetaeva, Alfonsina Storni, Louise de Vilmorin, Simone Weil, Antonia
Pozzi, Ingeborg Bachmann.
Maria Luisa Spaziani si è immaginariamente intrattenuta con loro, conversando con loro come si può
farlo con persone vive. Dalla loro poesia sono scaturite le loro passioni, sono giunte fino a noi le parole
delle loro speranze e dei loro drammi e abbiamo così sentito il loro disagio d'essere poeti.
Le poetesse del Novecento segnano nella nostra cultura una mappa della presenza femminile nel
mondo.

meraviglioso post Hera


ho vibrato nel leggere questa disamina della condizione femminile (che sento tanto mia!)


Hai buttato li dei pesantisssssssssssssssimi e interessssssantissssssssssssssssssssimi spunti di riflessione...

commento il tuo post con un pezzo tratto da un sito che adoro ( http://www.pbmstoria.it/unita/bimdonne/frame/main.php) e che leggo spesso per ricordarmi di essere donna anche per coloro che prima di me non hanno potuto esprimere a pieno l'orgoglio di nascere con le ovaie!!!!



La storia della lunga lotta per l'emancipazione

Nel mondo occidentale il modello di comportamento maschile appare più univoco e stabile di quello femminile, meno sottoposto a interpretazioni variabili con il mutare delle epoche, dei luoghi, delle condizioni sociali e culturali. Il concetto stesso di "donna" - pur partendo da una indiscutibile definizione biologica - è stato tra quelli storicamente meno legati alla realtà e maggiormente alla rappresentazione. Quando si dice "donna", infatti, si intende parlare di un individuo capace di scelte autonome o invece bisognoso del costante appoggio maschile? Di un angelo spiritualizzato o di una demoniaca tentatrice? Di un individuo naturalmente portato a realizzarsi solo nel ruolo privato di moglie e madre, oppure di una cittadina a pieno titolo, capace di dare un contributo fondamentale anche nel pubblico, all'economia, alla cultura, alle scienze, alle arti? Riferendoci non a un astratto concetto di "donna" ma alle donne nella società borghese occidentale, possiamo rispondere che le donne sono state via via sempre meno oggetti passivi di una rappresentazione e di un'interpretazione fornita dagli uomini (da esse stesse fedelmente custodita e tramandata, spesso persino a loro svantaggio). Nel corso degli ultimi due secoli, infatti, soprattutto nel Novecento, le donne hanno proposto attivamente una propria rappresentazione e interpretazione di sé e dei propri ruoli, solitamente più problematiche o in contrasto con quelle che gli uomini davano e danno dell'universo femminile.



Baci da una DONNA del 2009... forse solo in apparenza più libera di un tempo.... credo solo vittima di altre schiavitù!
Paola