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Pericoli della superstizione

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Messaggio  solenascente Lun Giu 15, 2009 12:30 am

Disquisire sulla superstizione è alquanto complesso, perchè bisognerebbe avere la pazienza di distinguere ciò che è superstizione e ciò che non lo è....
ma quest'articolo mi ha molto turbata.

Tanti angolani "vivono nella paura degli spiriti, dei poteri nefasti da cui si credono minacciati; disorientati, arrivano al punto di condannare bambini della strada e anche i più anziani, perché - dicono - sono stregoni". Lo ha detto Benedetto XVI il 21 marzo scorso durante il viaggio in Angola, nel corso della celebrazione nella chiesa di São Paulo a Luanda, davanti a circa 1.500 tra sacerdoti, religiose ed esponenti dei movimenti ecclesiali locali.
"Il problema dei bambini-stregoni - confermano infatti i missionari impegnati nel Paese - è molto sentito, soprattutto nel nord, nell'enclave angolana di Cabinda, al confine con la Repubblica del Congo e la Repubblica Democratica del Congo. Se accade qualche disgrazia in famiglia sono incolpati i bambini piccoli, ammalati o abbandonati. E spesso sono isolati o fatti oggetto di torture".
Ovviamente, si tratta di accuse infondate e dalle quali è impossibile difendersi; una vera disgrazia che cambia la vita già difficilissima di questi bambini. I missionari non solo hanno studiato il fenomeno, che - spiegano - "nella maggior parte dei casi ha origine dalla povertà, ma che si basa anche su un elemento forse più difficile da estirpare, e cioè la credenza nella magia, nel soprannaturale, nelle superstizioni"; ma sono anche corsi ai ripari proteggendo in strutture adatte i piccoli accusati. È quanto stava facendo il cappuccino veneto padre Giorgio Zulianello, morto il 28 giugno 2007 in un incidente aereo, mentre riaccompagnava da Luanda a M'banza Congo una ragazza ritenuta feticieira (stregone).
Padre Giorgio andava a cercarli nella sterpaglia quei meninos feiticeiros, cacciati dai villaggi e costretti a vagare soli, atterriti e senza una meta, per colpa di oscure tradizioni ancestrali che li segnano come portatori di sfortuna e in preda agli spiriti maligni, felice di poter ridare loro una speranza. Come tutti i missionari, egli era convinto che il problema può essere risolto soprattutto con una profonda e prolungata opera educativa delle famiglie.
Il fenomeno, purtroppo, non è limitato all'Angola, ma interessa anche altri Paesi africani, come la Repubblica Democratica del Congo, la Nigeria, la Liberia, il Camerun, il Sud Africa e il Benin.
Secondo calcoli che peccano per difetto, i bambini sorciers (stregoni) sarebbero varie decine di migliaia, se è vero che solo a Kinshasa superano le 30.000 unità; angeli neri sottoposti a violente pratiche di purificazione riservate agli "indemoniati", anche da parte dei genitori. Sono "i figli maledetti del Congo", spesso uccisi dagli stessi genitori, timorosi che il villaggio li coinvolga nella sorte dei piccoli. Per questo la Conferenza episcopale di Angola e São Tomé ha approvato un documento che condanna duramente il ricorso alla stregoneria e vieta ai sacerdoti cattolici di prestarsi a compiere riti di guarigione o di magia.
Nel Benin il fenomeno si verifica solo tra le tribù del nord, nelle zone confinanti con la Nigeria, dove l'accusa di stregoneria può scattare fin dai primi giorni di vita del bambino. Una nascita anomala o prematura; la morte della madre; una dentizione irregolare, un piede difettoso sono motivi più che sufficienti perché il neonato sia considerato un sorciers da eliminare quanto prima per la salvezza della famiglia e del villaggio.
Il fenomeno ha raggiunto proporzioni impressionanti, nonostante i richiami e le sanzioni dei missionari che escludono dalla comunità chi si macchia di questo delitto. Ma queste antiche tradizioni resistono anche alla logica più evidente e la paura paralizza ogni tentativo di cambiamento.
La diocesi di N'dali, in Benin, ha aperto una casa per accogliere i piccoli che si riesce a strappare in tempo alle famiglie, spesso grazie all'intervento dei re locali o alle "astuzie" delle suore che possono entrare nelle capanne e convincere i parenti con argomenti che solo loro sanno trovare. È già molto, ma qualcuno ha voluto fare qualcosa di più per estirpare il male in radice e ha portato il problema di fronte alle Nazioni Unite a Ginevra. È successo il 12 marzo 2008 tra il disinteresse dei grandi mezzi di informazione. Suor Madeleine Koty, dell'istituto delle Figlie di Padre Pio - una moderna congregazione locale che sta espandendosi anche nelle nazioni confinanti con il Benin - e il padre cappuccino Auguste Agounkpé hanno denunciato il fatto al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (Unhrc). "Molti di voi - dissero - diranno che non hanno mai sentito parlare di questo problema; altri che si tratta di fatti che risalgono a secoli passati. Purtroppo non è così. I bambini accusati di stregoneria sono uccisi tutti i giorni o sono allontanati dalle famiglie, donati a persone che li faranno per sempre loro schiavi. Questi infanticidi costituiscono una grave violazione dei diritti dell'infanzia, com'è stato detto anche da codesta assemblea il 26 ottobre 2006, allorché si manifestò una grossa preoccupazione per quanto avviene da secoli presso alcune tribù, e cioè l'uccisione di bambini assolutamente normali per motivi ridicoli. Per questo chiediamo che s'intervenga perché cessi quest'orribile usanza e si aiutino quanti hanno programmato strategie d'intervento per favorirne l'eliminazione".
I due religiosi hanno poi esposto il piano d'intervento organizzato dalla famiglia francescana nella loro terra: personale qualificato per l'accompagnamento alla nascita e al ruolo genitoriale; consultori familiari; un'équipe per segnalare immediatamente parti anomali; trasmissioni radiofoniche per sensibilizzare le famiglie sull'argomento. L'assemblea ha ascoltato con attenzione, ma pare che finora nessuno abbia mosso un dito per cancellare questa pagina che gronda sangue innocente. L'Osservatore Romano
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