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secondo giorno di primavere

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Messaggio  priscilla Lun Mar 22, 2010 2:51 pm

La Primavera di Alessandro Filipepi detto il Botticelli è un'opera realizzata a tempera su tavola di cm 203x314, di datazione incerta (fra il 1477 e il 1490), destinata originariamente alla villa di Castello (probabile collocazione iniziale assieme alla La nascita di Venere), e oggi alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

Tutta la critica non può che essere concorde sulla natura allegorica dell'opera impregnata di cultura umanistica e neoplatonica della corte di Lorenzo de' Medici detto il magnifico, nonostante il committente dell'opera fosse l'omonimo Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici, che non era in buoni rapporti con il cugino più grande di circa 15 anni e che in passato gli aveva fatto anche da tutore.

Dibattuto è invece il significato e conseguentemente la titolazione. Se da una parte si ha una certa convergenza nella individuazione di alcuni dei nove personaggi in essa raffigurati, pareri assai contrastanti si sono sviluppati nel corso degli anni, e in particolare a partire dalla seconda metà dell'800, sui riferimenti letterari più specifici e i significati che l'opera nasconde.

Secondo l'interpretazione che ne diede Adolph Gaspary nel 1888, mutuata e articolata da Aby Warburg cinque anni dopo, le figure, partendo da sinistra sono:

Mercurio identificato dai calzari alati e dal caduceo rivolto verso il cielo;
le tre Grazie, figure mitologiche impegnate in una danza assai leggiadra;
La dea Venere che fa da asse alla composizione;
Cupido che volando sul capo della figura centrale è impegnato a dardeggiare una delle tre fanciulle quasi nude e guarnite di acconciature elaborate e diverse con perle;
Flora che unica del gruppo guarda direttamente l'osservatore e sembra intenta a spargere i suoi fiori all'esterno della scena;
Clori che produce i fiori primaverili dalla bocca;
Il vento Boreo (Zefiro), raffigurato con colori freddi mentre rincorre e tenta di catturare la sua sposa Clori.
L'aspetto allegorico-metaforico del dipinto non ne toglie, tuttavia, i riferimenti al mondo fisico: i visi dei personaggi sono non immaginari ma di persone esistenti all'epoca e note al pittore: per esempio, la Grazia di destra è Caterina Sforza[senza fonte], che Botticelli ha ritratto anche come Santa Caterina d'Alessandria (sempre di profilo), nel dipinto conservato al Lindenau-Museum di Altenburg (Germania). Quella centrale dovrebbe essere Semiramide Appiani, moglie di Lorenzo il Popolano, il quale a sua volta dovrebbe essere raffigurato come Mercurio, verso il quale guarda Semiramide.

L'ipotesi più accreditata riguardo alle tre fanciulle danzanti, che costoro rappresentino le tre Grazie: quella di sinistra, dalla capigliatura ribelle, la Voluttà (Voluptas), quella centrale, dallo sguardo malinconico e dall'atteggiamento introverso, la Castità (Castitas), quella di destra, con al collo una collana che sostiene un'elegante prezioso pendente e dal velo sottile che le copre i capelli, la Bellezza (Pulchritudo).

Ulteriore interpretazione meno fortunata del Gombrich suggerisce un riferimento al Giudizio di Paride tratto dall'Asino d'oro di Apuleio.

Claudia Villa (italianista contemporanea) è portata a considerare che i fiori, secondo una tradizione che ha origine in Duns Scoto, costituiscono l'ornamento del discorso e identifica il personaggio centrale nella Filologia, per cui riferisce la scena alle Nozze di Mercurio e Filologia rovesciando anche le identità dei personaggi che stanno alla nostra destra. Così la figura dalla veste fiorita è da vedersi come la Retorica la figura che sembra entrare impetuosamente nella scena come Flora generatrice di poesia e di bel dire mentre il personaggio alato, che sembra sospingere più che attrarre a sé la fanciulla, sarebbe un genio ispiratore.

In tale contesto interpretativo diventa difficile giustificare i colori freddi con cui è rappresentato il personaggio, a meno che l'autore non volesse affidare a questa scelta la smaterializzazione e il carattere spirituale dell'ispirazione poetica. Può risultare invece più comprensibile il disinteresse alla scena che sembra mostrare Mercurio dio dei Mercanti.

Altre interpretazioni identificano la figura della veste fiorita come Florentia nome antico della città di Firenze.

In questo caso, anche le altre figure sarebbero città legate in vario modo a Firenze: Mercurio Milano; Cupido (Amor) Roma; le Tre Grazie Pisa, Napoli e Genova; la ninfa Maya identifica Mantova, Venere e Borea Venezia e Bolzano.

Studi assai interessanti sono stati fatti sui rapporti dimensionali delle parti della scena in riferimento a regole musicali.

Più intuitivamente si può notare come la composizione partecipa dello sfondo alberato, con un bosco ordinato e verticale a far da fondale (quasi piatto e severo) alla danza a girotondo, mentre la parte destra è fatta di alberi piegati dal vento o dalla forza creatrice.

Giulio Carlo Argan mette in evidenza come questa tavola si pone in contrasto con tutto lo sviluppo del pensiero artistico del Quattrocento che attraverso la prospettiva identifica l'arte con l'interpretazione razionale della realtà, culminante nella grandiosa costruzione teorica di Piero (della Francesca).
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secondo giorno di primavere Empty Re: secondo giorno di Primavera

Messaggio  solenascente Lun Mar 22, 2010 2:53 pm

Ma dove è finita la primavera?
C'è un cielo velato e un sole pallidissimo??????
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secondo giorno di primavere Empty Re: secondo giorno di primavere

Messaggio  priscilla Lun Mar 22, 2010 2:54 pm

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