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Messaggio  gabriel Mar Nov 24, 2009 9:59 am

Io non posso credere a tutto quello che sta accadendo (o forse si ) , certo che siamo caduti proprio in basso

ROMA - Tra mille polemiche e dopo l'affondo dell'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che invita l'attuale Capo dello Stato a non promulgare il ddl per i processi brevi ("Basta con le leggi ad personam"), il testo che fissa a sei anni la durata massima dei procedimenti comincia oggi il suo iter parlamentare al Senato. Il relatore, Giuseppe Valentino (Pdl), leggerà la sua relazione in commissione Giustizia. Poi prenderà il via la discussione generale, al termine della quale verrà fissato il termine per la presentazione degli emendamenti.

"Contiamo di votare il testo a Palazzo Madama entro Natale - assicura il presidente della commissione Filippo Berselli - perché dovremmo concluderne l'esame in commissione" in circa 15 giorni. E cioé il lasso di tempo che probabilmente sarà concesso per presentare gli emendamenti a un'altra riforma che sta a cuore del governo: quella delle intercettazioni, il cui ciclo di audizioni dovrebbe concludersi entro la settimana. Quindi si fisserà un termine per presentare le proposte di modifica "che sarà di almeno 15 giorni".

Ed è in questo periodo che ci si potrà occupare a tempo pieno del ddl 'accorcia-processi': il testo di cui l'opposizione chiede a gran voce il ritiro e che vede le toghe sul piede di guerra. Con il Csm che per domani organizza un confronto anche tra Procure e ministro e convoca una conferenza stampa per comunicare i dati sull'impatto del ddl in nove uffici giudiziari. Intanto non si placano le polemiche per le dichiarazioni in diretta Tv del Procuratore di Milano Armando Spataro che ha definito "inutile" il ddl firmato dai capigruppo di Pdl e Lega in Senato Maurizio Gasparri e Federico Bricolo.

Duri i commenti di Gasparri ("comportamento vergognoso e inaudito") e di Osvaldo Napoli (Pdl) ("ci sono forze che lavorano per la capitolazione della politica alla magistratura"). E non tenero é anche il giudizio dell'ex presidente della Camera Luciano Violante (Pd): "In momenti di tensione" sarebbe bene che i magistrati evitassero critiche politiche per non approfondire i conflitti.

ALLARME DELLE TOGHE: A ROMA PRESCRIZIONI AL 50%
Con il ddl sul processo breve, sarà prescritto il 50% dei procedimenti pendenti a Roma, Bologna e Torino; mentre a Firenze, Napoli e Palermo, l'estinzione riguarderà una percentuale di procedimenti compresa tra il 20 e il 30. La stima è stata fatta dall'Associazione nazionale magistrati. "Eccoli, i numeri che il ministro ritiene che l'Anm non possieda" afferma il sindacato delle toghe in una nota. "Roma, Bologna e Torino oltre il 50%, Firenze, Napoli e Palermo tra il 20 ed il 30%: sono queste le percentuali dei procedimenti in fase di udienza preliminare e dei dibattimenti in primo grado già prescritti, o dei quali sarebbe imminente la prescrizione, in caso di entrata in vigore del disegno di legge sul 'processo breve''.

Dati con i quali "vengono smentite clamorosamente le rosee previsioni" del ministro Alfano, che alla Camera aveva parlato della prescrizione dell'1% dei procedimenti pendenti. La rilevazione è stata compiuta nei tribunali capoluogo dei maggiori distretti. E "sebbene si tratti dei primi dati comunicati dagli uffici giudiziari, essi sono calcolati su un campione particolarmente significativo e rappresentativo, perché provengono dai tribunali delle grandi città".

"Ma stiamo scherzando?" Così il ministro della giustizia, Angelino Alfano, contattato dall'Ansa commenta a caldo la stima dell'Anm che indica in un 50% i processi che cadrebbero in prescrizione con il ddl sul processo breve. Il guardasigilli invita l'Anm a "non giocare con le parole e neanche con i numeri" e dunque a "chiarire bene i termini della questione". "Se non precisa bene i termini della questione - aggiunge Alfano - credo che l'Anm sia incorsa in un clamoroso abbaglio: i procedimenti pendenti in Italia sono circa 3 milioni e 300 mila e il 50% fa oltre un milione e 600 mila. Appunto - conclude Alfano - un clamoroso abbaglio".

"Ora ci aspettiamo una discussione serena ma informata, che si estenda anche alla legge Finanziaria e alle residue possibilità di prevedere risorse e stanziamenti adeguati al rilancio della giustizia" affermano il presidente Luca Palamara e il segretario Giuseppe Cascini. "Nei prossimi giorni, e anche in occasione del Salone di Rimini, dove saranno presenti tutte le componenti della giustizia -annunciano- potremo fornire dati più completi e confrontarci con gli altri protagonisti del processo, senza dimenticare le vittime del reato". "Quel che non è possibile immaginare è che giudici e pubblici ministeri, ma anche gli organi di polizia giudiziaria, possano continuare a svolgere serenamente e con impegno il proprio lavoro, sapendo che la metà della loro attività sfumerà certamente entro il primo grado di giudizio. Né si pensi che le percentuali, aritmeticamente inferiori, che risulterebbero tenendo conto di tutti i procedimenti per i quali sia stata esercitata l'azione penale, potrebbero tranquillizzare: la prescrizione, evidentemente, matura in corso di giudizio, e la sorte è quella che emerge dai primi numeri sia nei dibattimenti sia nei procedimenti in fase di udienza preliminare".

"Non voglio parlare di queste cose, ci sarà il momento più opportuno per spiegare agli italiani qual è la situazione in cui siamo", aveva detto il premier Silvio Berlusconi a Doha ai cronisti che gli chiedono del dossier relativo alla riforma della giustizia ed al processo breve.

Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone interviene: "Anm da' i numeri, e sembra di stare alle estrazioni del superanalotto. Se non parlassimo di un comportamento grave e irrituale, ci sarebbe perfino da sorridere di questa ennesima sortita, che avrà un solo effetto: quello di rendere ancora più scarsa la credibilità della magistratura presso i cittadini. E' davvero avvilente - sottolinea Capezzone - che ci si trovi dinanzi a comportamenti di questo genere: ancora deve iniziare l'iter parlamentare di un provvedimento, e le Camere (e gli italiani) devono assistere a queste performances politiche di un pugno di magistrati".
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