dolore

Cara Priscilla ho visto con attenzione il video... il male di vivere! Una tematica vastissima... difficile fare sintesi, perchè richiede veramente molto tempo per poterla sviscerare in ogni suo aspetto. Riassumo il tutto in titoli: dipendenza affettiva, depressione... e il suicidio!

Detta così pare un banalizzare, sarebbe meraviglioso poter sviscerare... ma quello che mi sento di condividere con te, e con voi è l'importanza della propria SOLUTUDINE come risorsa e non come condanna o come fonte di dolore! A tal proposito posto questo che credo renda molto bene l'idea:


Questa è infine la solitudine: avvolgersi nella seta dell'anima, farsi crisalide e attendere la metamorfosi, che non può mancare. Si vive intanto delle proprie esperienze e telepaticamente si vive la vita altrui [...].
Finalmente possiedi solo te stesso. I pensieri altrui non controllano più i miei; opinioni, capricci altrui non m'angustiano più. Ora l'anima comincia a maturarsi nella riconquistata libertà e provo un'immensa pace interiore, un piacere sereno, un senso di certezza e di responsabilità.
Se rifletto sulla vita sociale che dovrebbe essere una specie di palestra, non posso ora che giudicarla altro che una scuola di vizi. Se rechi in te un senso di bellezza, essere costretto a vedere bruttezza è una vera tortura, che ti spinge ingannevolmente a ritenerti un martire. Chiudere gli occhi di fronte all'ingiustizia solo per riguardo t'insegna a poco a poco a diventare un ipocrita. Abituarti a sopprimere continuamente le tue opinioni e sempre per riguardo, ti rende vile.
(A. Strindberg, Solo )

Priscilla non so se è un tuo problema o hai voluto farci riflettere sulla tematica, ma poco importa.
Grazie a te!
Ti abbraccio
Paola

conosco personalmente la bestia incontrata due volte nella vita

cara Priscilla, questo è per me un argomento....da "riprendere in mano" con un certo distacco..io mi sento una miracolata della vita, e ancora non so il perchè..ma so che chi conosce certe "sensazioni", certi "stati d'animo", sviluppa una capacita' di "sentire" , che spesso si traduce in troppa sensibilita'..e questo diventa un limite..non siamo più in grado di "tollerare" se qualcuno accanto a noi sta male, oppure l'ascolto del telegiornale per le mostruosita' che porta..tutto diventa infinitamente "pesante"...di contro, sviluppiamo una capacita' di adattamento verso gli altri, che spesso è un prostrarsi ulteriormente, solo per non dover dire:mi hai fatto un torto..o ppure:non sei la persona che credevo..questo per me, per come ero in passato, mi causava ulteriore disagio, spaventata com'ero da eventuali reazioni dell'altro/a..la paura della solitudine però, superava il disagio, così mi adattavo, e subivo, subivo e mi adattavo..in un circolo vizioso e PERICOLOSO, per me e per gli altri..covavo rabbia e paura insieme..e non sapevo districarle..ho fatto un lungo "cammino" da allora, ma ti garantisco che , se non mi fossi fatta aiutare, probabilmente oggi non sarei qui, non sarei viva.ti ringrazio cara Priscilla, mi hai dato modo di guardare in faccia, vecchi fantasmi..che oggi per me sono semplici ombre quanto mai evanescenti,
lasciate alle spalle.un abbraccio di cuore!
joely

ho una paura atroce della solitudine
atroce!