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letteratura gotica
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letteratura gotica
In questo periodo mi sto documentando visto il mio quasi totale analfabetismo nel filone gotico-dark e ho incontrato LEI (poi essendo donna bhè le mie celluline grigie hanno ululato di libidine!!!)
Ann Radcliffe (Holborn, Londra, 9 luglio 1764 - 7 febbraio 1823) fu la più importante scrittrice del filone cosiddetto gotico, iniziato da Horace Walpole, con il suo Il Castello di Otranto e per questa ragione, si guadagnò il titolo di Regina dell'Orrore.
Nasce a Holborn, a Londra, come Ann Ward. Nel 1788 sposa William Racliffe, un giornalista dell'English Chronicle e, dietro incoraggiamento del marito, inizia a scrivere racconti per puro divertimento.
Il suo primo lavoro viene pubblicato nel 1789 con il titolo di I Castelli di Athlin e Dunayne. In questo scritto sono già presenti i connotati che caratterizzeranno i suoi futuri romanzi: la tendenza a far ruotare le vicende attorno a innocenti e giovani fanciulle, l’ambientazione in luoghi cupi e misteriosi.
Un anno dopo, viene pubblicato Romanzo Siciliano.
Entrambe le opere riscuotono molto successo, soprattutto tra le giovani lettrici, che s'appassionano alla storia della protagonista di turno e ricercano uno svago più emozionante rispetto ai consueti passatemi riservati a una dama del periodo. In particolare, Walter Scott loda il secondo lavoro come puro esempio di romanzo poetico nella moderna letteratura inglese.
Nel 1791, pubblica Il romanzo della Foresta che la consacra a esponente più importante del romanzo storico-gotico. Il suo metodo di narrazione, che trova innumerevoli imitatori, è quello di suscitare nel lettore terrore e curiosità ricorrendo a eventi apparentemente soprannaturali. Tetri castelli, protagonisti maledetti, paesaggi maestosi e selvaggi sono gli ingredienti dei suoi romanzi e documentano il nascere della sensibilità preromantica. Anche alcuni grandi scrittori, non esitano ad ispirarsi alle atmosfere create dalla Radcliffe, come accade a Jane Austen che con Northanger Abbey da vita a una parodia de I misteri di Udolpho, non per disprezzare ma per ricordare quanto siano state importanti le autrici di romanzi femminili di fine settecento, e a Lord Byron che, secondo alcuni, passa la sua vita cercando di imitare uno dei personaggi della Radcliffe.
Ed è appunto I misteri di Udolpho il miglior romanzo della Radcliffe. Viene pubblicato per la prima volta nel 1794 dalla casa editrice G.G. & J. Robinson di Londra, in quattro volumi. Un romanzo nel quale l'autrice fa sfoggio della sua capacità di mantenersi sempre coerente alla trama e di fornire una spiegazione razionale per ogni evento straordinario che accade.
Dopo il 1797, anno a cui risale L’Italiano o Confessionale dei penintenti neri ripone definitivamente la penna, conducendo una vita separata, fino alla morte, che avviene il 7 febbraio 1823, per un attacco improvviso.
(notizie prese dalla rete)
Per chi volesse ecco i suoi romanzi
Il Castello di Athlin e Dunbayne (The Castles of Athlin and Dunbayne, 1789)
Romanzo Siciliano (A Sicilian Romance, 1790)
Il romanzo della foresta (The Romance of the Forest, 1791)
I misteri di Udolpho (The Mysteries of Udolpho, 1794)
L'Italiano (The Italian, 1797)
Gaston de Blondeville (Gaston de Blondeville, 1826)
Baci goticisssssimi
Paola
Ann Radcliffe (Holborn, Londra, 9 luglio 1764 - 7 febbraio 1823) fu la più importante scrittrice del filone cosiddetto gotico, iniziato da Horace Walpole, con il suo Il Castello di Otranto e per questa ragione, si guadagnò il titolo di Regina dell'Orrore.
Nasce a Holborn, a Londra, come Ann Ward. Nel 1788 sposa William Racliffe, un giornalista dell'English Chronicle e, dietro incoraggiamento del marito, inizia a scrivere racconti per puro divertimento.
Il suo primo lavoro viene pubblicato nel 1789 con il titolo di I Castelli di Athlin e Dunayne. In questo scritto sono già presenti i connotati che caratterizzeranno i suoi futuri romanzi: la tendenza a far ruotare le vicende attorno a innocenti e giovani fanciulle, l’ambientazione in luoghi cupi e misteriosi.
Un anno dopo, viene pubblicato Romanzo Siciliano.
Entrambe le opere riscuotono molto successo, soprattutto tra le giovani lettrici, che s'appassionano alla storia della protagonista di turno e ricercano uno svago più emozionante rispetto ai consueti passatemi riservati a una dama del periodo. In particolare, Walter Scott loda il secondo lavoro come puro esempio di romanzo poetico nella moderna letteratura inglese.
Nel 1791, pubblica Il romanzo della Foresta che la consacra a esponente più importante del romanzo storico-gotico. Il suo metodo di narrazione, che trova innumerevoli imitatori, è quello di suscitare nel lettore terrore e curiosità ricorrendo a eventi apparentemente soprannaturali. Tetri castelli, protagonisti maledetti, paesaggi maestosi e selvaggi sono gli ingredienti dei suoi romanzi e documentano il nascere della sensibilità preromantica. Anche alcuni grandi scrittori, non esitano ad ispirarsi alle atmosfere create dalla Radcliffe, come accade a Jane Austen che con Northanger Abbey da vita a una parodia de I misteri di Udolpho, non per disprezzare ma per ricordare quanto siano state importanti le autrici di romanzi femminili di fine settecento, e a Lord Byron che, secondo alcuni, passa la sua vita cercando di imitare uno dei personaggi della Radcliffe.
Ed è appunto I misteri di Udolpho il miglior romanzo della Radcliffe. Viene pubblicato per la prima volta nel 1794 dalla casa editrice G.G. & J. Robinson di Londra, in quattro volumi. Un romanzo nel quale l'autrice fa sfoggio della sua capacità di mantenersi sempre coerente alla trama e di fornire una spiegazione razionale per ogni evento straordinario che accade.
Dopo il 1797, anno a cui risale L’Italiano o Confessionale dei penintenti neri ripone definitivamente la penna, conducendo una vita separata, fino alla morte, che avviene il 7 febbraio 1823, per un attacco improvviso.
(notizie prese dalla rete)
Per chi volesse ecco i suoi romanzi
Il Castello di Athlin e Dunbayne (The Castles of Athlin and Dunbayne, 1789)
Romanzo Siciliano (A Sicilian Romance, 1790)
Il romanzo della foresta (The Romance of the Forest, 1791)
I misteri di Udolpho (The Mysteries of Udolpho, 1794)
L'Italiano (The Italian, 1797)
Gaston de Blondeville (Gaston de Blondeville, 1826)
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vuoi_parlare_con_me- Numero di messaggi : 833
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Località : CREMONA
Re: letteratura gotica
Bella ricerca! Te lo stavo dicendo che la Austen prende spunto dalla Radcliffe per il suo romanzo Nortanger Abbey, dove la protagonista si suggestiona leggendola.
Penso che qualche storia dark la puoi trovare anche in E.A.Poe, tipo nella novella "Il pozzo e il pendolo", è soffocante e straordinaria.
Grazie cmq di averci illuminato
Penso che qualche storia dark la puoi trovare anche in E.A.Poe, tipo nella novella "Il pozzo e il pendolo", è soffocante e straordinaria.
Grazie cmq di averci illuminato
Licenziato Rita- Numero di messaggi : 191
Data d'iscrizione : 13.03.09
Età : 55
Re: letteratura gotica
Wow grazie Rita per le dritte.. ne farò tesoro!!! Mi sa che tu la sai lunga... che ne diresti di darci qualche primizia del tuo sapere?!?!?!
Baci poco dark
Paola
Baci poco dark
Paola
vuoi_parlare_con_me- Numero di messaggi : 833
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 53
Località : CREMONA
Re: letteratura gotica
Vi consiglio: IL MONACO di Matthew Gregory Lewis!!! Prezzo di copertina: € 8,50
_ contenuti Capolavoro della narrativa gotica, "Il Monaco", inventato da Matthew Gregory Lewis, ha attraversato come un brivido di terrore tutta la cultura europea, dal romanticismo al surrealismo. Il monaco è Ambrosio, severo, in odore di santità, ammirato da tutta Madrid per le sue trascinanti parole. Il tentatore è Matilde, la donna demoniaca travestita da novizio, la splendida maga perversa, vera eroina romantica che - ha scritto Franco Fornari - mette in atto come Carmen il suo "potere seduttivo attraverso incantamenti materni, nei quali l'uomo rimane imprigionato senza possibilità di scampo". Negli anni '30 Antonin Artaud, il fondatore del teatro della crudeltà, fece del "Monaco" una sorta di 'copia francese', consegnando alla coscienza contemporanea il capolavoro della grande paura. E' nella versione di Artaud, tradotta in italiano da Giorgio Agamben e Ginevra Bompiani, che riproponiamo un romanzo d'eccezione "un libro che dà la sensazione della vita profonda molto di più di tutti i sondaggi psicologici, filosofici e psicanalitici dell'inconscio".
_ contenuti Capolavoro della narrativa gotica, "Il Monaco", inventato da Matthew Gregory Lewis, ha attraversato come un brivido di terrore tutta la cultura europea, dal romanticismo al surrealismo. Il monaco è Ambrosio, severo, in odore di santità, ammirato da tutta Madrid per le sue trascinanti parole. Il tentatore è Matilde, la donna demoniaca travestita da novizio, la splendida maga perversa, vera eroina romantica che - ha scritto Franco Fornari - mette in atto come Carmen il suo "potere seduttivo attraverso incantamenti materni, nei quali l'uomo rimane imprigionato senza possibilità di scampo". Negli anni '30 Antonin Artaud, il fondatore del teatro della crudeltà, fece del "Monaco" una sorta di 'copia francese', consegnando alla coscienza contemporanea il capolavoro della grande paura. E' nella versione di Artaud, tradotta in italiano da Giorgio Agamben e Ginevra Bompiani, che riproponiamo un romanzo d'eccezione "un libro che dà la sensazione della vita profonda molto di più di tutti i sondaggi psicologici, filosofici e psicanalitici dell'inconscio".
otre69- Numero di messaggi : 218
Data d'iscrizione : 19.02.09
Età : 54
Località : BRESCIA
Re: Letteratura gotica
Mi hai convinta Otre, lo leggerò...Certo che ho già un bel pò di libri da leggere quest'estate al mare sotto l'ombrellone!
Grazie grazie
Grazie grazie
solenascente- Numero di messaggi : 2096
Data d'iscrizione : 21.02.09
Età : 58
Re: letteratura gotica
vuoi_parlare_con_me ha scritto:In questo periodo mi sto documentando visto il mio quasi totale analfabetismo nel filone gotico-dark e ho incontrato LEI (poi essendo donna bhè le mie celluline grigie hanno ululato di libidine!!!)
Ann Radcliffe (Holborn, Londra, 9 luglio 1764 - 7 febbraio 1823) fu la più importante scrittrice del filone cosiddetto gotico, iniziato da Horace Walpole, con il suo Il Castello di Otranto e per questa ragione, si guadagnò il titolo di Regina dell'Orrore.
Nasce a Holborn, a Londra, come Ann Ward. Nel 1788 sposa William Racliffe, un giornalista dell'English Chronicle e, dietro incoraggiamento del marito, inizia a scrivere racconti per puro divertimento.
Il suo primo lavoro viene pubblicato nel 1789 con il titolo di I Castelli di Athlin e Dunayne. In questo scritto sono già presenti i connotati che caratterizzeranno i suoi futuri romanzi: la tendenza a far ruotare le vicende attorno a innocenti e giovani fanciulle, l’ambientazione in luoghi cupi e misteriosi.
Un anno dopo, viene pubblicato Romanzo Siciliano.
Entrambe le opere riscuotono molto successo, soprattutto tra le giovani lettrici, che s'appassionano alla storia della protagonista di turno e ricercano uno svago più emozionante rispetto ai consueti passatemi riservati a una dama del periodo. In particolare, Walter Scott loda il secondo lavoro come puro esempio di romanzo poetico nella moderna letteratura inglese.
PAOLETTA GRAZIE NON CONOSCEVO QUESTO MI DOCUMENTERò CIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Nel 1791, pubblica Il romanzo della Foresta che la consacra a esponente più importante del romanzo storico-gotico. Il suo metodo di narrazione, che trova innumerevoli imitatori, è quello di suscitare nel lettore terrore e curiosità ricorrendo a eventi apparentemente soprannaturali. Tetri castelli, protagonisti maledetti, paesaggi maestosi e selvaggi sono gli ingredienti dei suoi romanzi e documentano il nascere della sensibilità preromantica. Anche alcuni grandi scrittori, non esitano ad ispirarsi alle atmosfere create dalla Radcliffe, come accade a Jane Austen che con Northanger Abbey da vita a una parodia de I misteri di Udolpho, non per disprezzare ma per ricordare quanto siano state importanti le autrici di romanzi femminili di fine settecento, e a Lord Byron che, secondo alcuni, passa la sua vita cercando di imitare uno dei personaggi della Radcliffe.
Ed è appunto I misteri di Udolpho il miglior romanzo della Radcliffe. Viene pubblicato per la prima volta nel 1794 dalla casa editrice G.G. & J. Robinson di Londra, in quattro volumi. Un romanzo nel quale l'autrice fa sfoggio della sua capacità di mantenersi sempre coerente alla trama e di fornire una spiegazione razionale per ogni evento straordinario che accade.
Dopo il 1797, anno a cui risale L’Italiano o Confessionale dei penintenti neri ripone definitivamente la penna, conducendo una vita separata, fino alla morte, che avviene il 7 febbraio 1823, per un attacco improvviso.
(notizie prese dalla rete)
Per chi volesse ecco i suoi romanzi
Il Castello di Athlin e Dunbayne (The Castles of Athlin and Dunbayne, 1789)
Romanzo Siciliano (A Sicilian Romance, 1790)
Il romanzo della foresta (The Romance of the Forest, 1791)
I misteri di Udolpho (The Mysteries of Udolpho, 1794)
L'Italiano (The Italian, 1797)
Gaston de Blondeville (Gaston de Blondeville, 1826)
Baci goticisssssimi
Paola
cuore1969- Numero di messaggi : 1159
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 54
Località : ZANE' ( VICENZA )
Re: letteratura gotica
otre69 ha scritto:Vi consiglio: IL MONACO di Matthew Gregory Lewis!!! Prezzo di copertina: € 8,50
_ contenuti Capolavoro della narrativa gotica, "Il Monaco", inventato da Matthew Gregory Lewis, ha attraversato come un brivido di terrore tutta la cultura europea, dal romanticismo al surrealismo. Il monaco è Ambrosio, severo, in odore di santità, ammirato da tutta Madrid per le sue trascinanti parole. Il tentatore è Matilde, la donna demoniaca travestita da novizio, la splendida maga perversa, vera eroina romantica che - ha scritto Franco Fornari - mette in atto come Carmen il suo "potere seduttivo attraverso incantamenti materni, nei quali l'uomo rimane imprigionato senza possibilità di scampo". Negli anni '30 Antonin Artaud, il fondatore del teatro della crudeltà, fece del "Monaco" una sorta di 'copia francese', consegnando alla coscienza contemporanea il capolavoro della grande paura. E' nella versione di Artaud, tradotta in italiano da Giorgio Agamben e Ginevra Bompiani, che riproponiamo un romanzo d'eccezione "un libro che dà la sensazione della vita profonda molto di più di tutti i sondaggi psicologici, filosofici e psicanalitici dell'inconscio".
Wowwwwwwwwwwwwwwww si si si lo leggerò sicuramente!!!!! Grasssssssssssssssssssssssssssssssie
Baci poco monastici
Paola
vuoi_parlare_con_me- Numero di messaggi : 833
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 53
Località : CREMONA
Re: letteratura gotica
BELLO LO LEGGERO'
cuore1969- Numero di messaggi : 1159
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 54
Località : ZANE' ( VICENZA )
Re. Letteratura gotica
Sono riuscita a leggere il Monaco...ed ecco le mie considerazioni.
Racconto avvincente di facile lettura. Lewis riesce a mantenere un ritmo sostenuto e avresti voglia di divorare il libro tutto in un giorno, ma a me ce ne sono voluti quattro. Molto movimentato e complesso nella trama, ma ben strutturato. Romanzo nel romanzo, perché oltre alla storia di Ambrosio (il monaco) e Matilde, c’è la storia d’amore di Agnes (monaca) e Raymond. Riflettendoci le due coppie, possono rappresentare i due aspetti, diametralmente opposti di luce ed ombra.
I numerosi flashback, le descrizioni dettagliate di situazioni, ambienti e personaggi creano immagini vivide che sembra quasi si stia vedendo un film.
Nonostante non sia un’appassionata del genere, perché non amo molto gli scenari a tinte fosche, che mi procurano ansia e dunque, quando posso, scelgo di evitarli, devo ammettere che la lettura è stata coinvolgente.
A volte ho avuto l’impressione di aver già letto qualcosa che gli somigliasse molto e di aver visto alcune scene in qualche film e ho pensato che , probabilmente, gli uomini sono poco originali, e rimescolano e rimescolano parole……ci ero arrivata prima di leggere la postfazione di Coleridge …Ehehehe sono stata un po’ cattivella ( è lo spiritello birichino). Rettifico: gli uomini rielaborano giungendo così a nuove creazioni (va meglio).
Passo ora a qualche considerazione.
Non mi meraviglia che il romanzo alla sua uscita suscitò molto critiche, Coleridge si è rammaricato per lo splendido genio impiegato per produrre un mormo (spauracchio) per bambini, un veleno per la giovinezza e una provocazione per i dissoluti .
Personalmente sono andata oltre i contenuti scabrosi, e mi sono soffermata a considerare altri aspetti. In primis la denuncia della superstizione ( che brutta bestia!) che serpeggia in tutto il libro, e mi ha ricondotto a considerare, quanto sia meschino da parte di alcune istituzioni, annebbiare le menti, sfruttare l’ignoranza, inculcare il timore della dannazione , molto spesso solo per mantenere l’ordine sociale e il potere raggiunto .
Triste tristissimo, per chi crede nella validità di importanti verità ed insegnamenti che non dovrebbero mai essere manipolati.
Rifletto su Ambrosio, personaggio complesso e discutibile, che agli occhi del mondo appare un disgustoso carnefice, meritevole di atroci condanne, ma che a me appare vittima di una società ipocrita, di forze oscure e del proprio orgoglio.
Ambrosio, dotato di notevole perspicacia, di grande capacità di discernimento, uomo considerato degno di stima, nel giro di poche settimana dalla sua debolezza, degenera nell’essere più abietto e repellente per non essere riuscito a soffocare l’istinto, per aver osato vivere un’emozione che il suo ruolo gli negava e averne perso il controllo a tal punto da rimanerne soggiogato
….Eppure questa figura mi suscita compassione:
_il povero Ambrosio, era un trovatello e non aveva scelto liberamente la sua strada....
Purtroppo altri volevano farlo diventare una colonna portante dell’istituzione , date le sue eccelse qualità egli hanno inculcato eccessive paure.
_Il povero Ambrosio, libero per trent’anni da errore e vizi, tetragono delle tentazioni e immune a debolezze , era facile preda di forze oscure.
_ aveva un grande difetto:l’orgoglio.
Troppo consapevole della gravità dei suoi misfatti temeva di non meritare nessuna misericordia…..e non ha saputo sperare.
Spero di non avervi tediato troppo con la mia interpretazione.
[/justify]Racconto avvincente di facile lettura. Lewis riesce a mantenere un ritmo sostenuto e avresti voglia di divorare il libro tutto in un giorno, ma a me ce ne sono voluti quattro. Molto movimentato e complesso nella trama, ma ben strutturato. Romanzo nel romanzo, perché oltre alla storia di Ambrosio (il monaco) e Matilde, c’è la storia d’amore di Agnes (monaca) e Raymond. Riflettendoci le due coppie, possono rappresentare i due aspetti, diametralmente opposti di luce ed ombra.
I numerosi flashback, le descrizioni dettagliate di situazioni, ambienti e personaggi creano immagini vivide che sembra quasi si stia vedendo un film.
Nonostante non sia un’appassionata del genere, perché non amo molto gli scenari a tinte fosche, che mi procurano ansia e dunque, quando posso, scelgo di evitarli, devo ammettere che la lettura è stata coinvolgente.
A volte ho avuto l’impressione di aver già letto qualcosa che gli somigliasse molto e di aver visto alcune scene in qualche film e ho pensato che , probabilmente, gli uomini sono poco originali, e rimescolano e rimescolano parole……ci ero arrivata prima di leggere la postfazione di Coleridge …Ehehehe sono stata un po’ cattivella ( è lo spiritello birichino). Rettifico: gli uomini rielaborano giungendo così a nuove creazioni (va meglio).
Passo ora a qualche considerazione.
Non mi meraviglia che il romanzo alla sua uscita suscitò molto critiche, Coleridge si è rammaricato per lo splendido genio impiegato per produrre un mormo (spauracchio) per bambini, un veleno per la giovinezza e una provocazione per i dissoluti .
Personalmente sono andata oltre i contenuti scabrosi, e mi sono soffermata a considerare altri aspetti. In primis la denuncia della superstizione ( che brutta bestia!) che serpeggia in tutto il libro, e mi ha ricondotto a considerare, quanto sia meschino da parte di alcune istituzioni, annebbiare le menti, sfruttare l’ignoranza, inculcare il timore della dannazione , molto spesso solo per mantenere l’ordine sociale e il potere raggiunto .
Triste tristissimo, per chi crede nella validità di importanti verità ed insegnamenti che non dovrebbero mai essere manipolati.
Rifletto su Ambrosio, personaggio complesso e discutibile, che agli occhi del mondo appare un disgustoso carnefice, meritevole di atroci condanne, ma che a me appare vittima di una società ipocrita, di forze oscure e del proprio orgoglio.
Ambrosio, dotato di notevole perspicacia, di grande capacità di discernimento, uomo considerato degno di stima, nel giro di poche settimana dalla sua debolezza, degenera nell’essere più abietto e repellente per non essere riuscito a soffocare l’istinto, per aver osato vivere un’emozione che il suo ruolo gli negava e averne perso il controllo a tal punto da rimanerne soggiogato
….Eppure questa figura mi suscita compassione:
_il povero Ambrosio, era un trovatello e non aveva scelto liberamente la sua strada....
Purtroppo altri volevano farlo diventare una colonna portante dell’istituzione , date le sue eccelse qualità egli hanno inculcato eccessive paure.
_Il povero Ambrosio, libero per trent’anni da errore e vizi, tetragono delle tentazioni e immune a debolezze , era facile preda di forze oscure.
_ aveva un grande difetto:l’orgoglio.
Troppo consapevole della gravità dei suoi misfatti temeva di non meritare nessuna misericordia…..e non ha saputo sperare.
Spero di non avervi tediato troppo con la mia interpretazione.
solenascente- Numero di messaggi : 2096
Data d'iscrizione : 21.02.09
Età : 58
Re: letteratura gotica
fa venire voglia di leggerlo...
joely
joely
Joelyart- Numero di messaggi : 413
Data d'iscrizione : 20.02.09
Re: letteratura gotica
solenascente ha scritto:Sono riuscita a leggere il Monaco...ed ecco le mie considerazioni.[/justify]
Racconto avvincente di facile lettura. Lewis riesce a mantenere un ritmo sostenuto e avresti voglia di divorare il libro tutto in un giorno, ma a me ce ne sono voluti quattro. Molto movimentato e complesso nella trama, ma ben strutturato. Romanzo nel romanzo, perché oltre alla storia di Ambrosio (il monaco) e Matilde, c’è la storia d’amore di Agnes (monaca) e Raymond. Riflettendoci le due coppie, possono rappresentare i due aspetti, diametralmente opposti di luce ed ombra.
I numerosi flashback, le descrizioni dettagliate di situazioni, ambienti e personaggi creano immagini vivide che sembra quasi si stia vedendo un film.
Nonostante non sia un’appassionata del genere, perché non amo molto gli scenari a tinte fosche, che mi procurano ansia e dunque, quando posso, scelgo di evitarli, devo ammettere che la lettura è stata coinvolgente.
A volte ho avuto l’impressione di aver già letto qualcosa che gli somigliasse molto e di aver visto alcune scene in qualche film e ho pensato che , probabilmente, gli uomini sono poco originali, e rimescolano e rimescolano parole……ci ero arrivata prima di leggere la postfazione di Coleridge …Ehehehe sono stata un po’ cattivella ( è lo spiritello birichino). Rettifico: gli uomini rielaborano giungendo così a nuove creazioni (va meglio).
Passo ora a qualche considerazione.
Non mi meraviglia che il romanzo alla sua uscita suscitò molto critiche, Coleridge si è rammaricato per lo splendido genio impiegato per produrre un mormo (spauracchio) per bambini, un veleno per la giovinezza e una provocazione per i dissoluti .
Personalmente sono andata oltre i contenuti scabrosi, e mi sono soffermata a considerare altri aspetti. In primis la denuncia della superstizione ( che brutta bestia!) che serpeggia in tutto il libro, e mi ha ricondotto a considerare, quanto sia meschino da parte di alcune istituzioni, annebbiare le menti, sfruttare l’ignoranza, inculcare il timore della dannazione , molto spesso solo per mantenere l’ordine sociale e il potere raggiunto .
Triste tristissimo, per chi crede nella validità di importanti verità ed insegnamenti che non dovrebbero mai essere manipolati.
Rifletto su Ambrosio, personaggio complesso e discutibile, che agli occhi del mondo appare un disgustoso carnefice, meritevole di atroci condanne, ma che a me appare vittima di una società ipocrita, di forze oscure e del proprio orgoglio.
Ambrosio, dotato di notevole perspicacia, di grande capacità di discernimento, uomo considerato degno di stima, nel giro di poche settimana dalla sua debolezza, degenera nell’essere più abietto e repellente per non essere riuscito a soffocare l’istinto, per aver osato vivere un’emozione che il suo ruolo gli negava e averne perso il controllo a tal punto da rimanerne soggiogato
….Eppure questa figura mi suscita compassione:
_il povero Ambrosio, era un trovatello e non aveva scelto liberamente la sua strada....
Purtroppo altri volevano farlo diventare una colonna portante dell’istituzione , date le sue eccelse qualità egli hanno inculcato eccessive paure.
_Il povero Ambrosio, libero per trent’anni da errore e vizi, tetragono delle tentazioni e immune a debolezze , era facile preda di forze oscure.
_ aveva un grande difetto:l’orgoglio.
Troppo consapevole della gravità dei suoi misfatti temeva di non meritare nessuna misericordia…..e non ha saputo sperare.
Spero di non avervi tediato troppo con la mia interpretazione.
Ottima analisi solenascente... sei riuscita a far venir voglia di leggerlo come diche joel e sei riuscita a non svelare la trama.... lo metto nella lista "libri sotto all'ombrellone"
Baci poco monastici
Paola
vuoi_parlare_con_me- Numero di messaggi : 833
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 53
Località : CREMONA
Re: letteratura gotica
No no ... l'ha consigliato ALberto ... no ... io non lo leggo .... me lo faccio raccontare da SOLE !!!!
letteratura gotica
Anche io come molti di voi sono uno che legge almeno un libro al mese , tantè che sono iscritto al club degli editori da bene 25 anni , comunque prenderò appunti e passerò con il carrello della spesa da Feltrinelli .
Ciao
Gabriel
Ciao
Gabriel
gabriel- Numero di messaggi : 1587
Data d'iscrizione : 29.04.09
Età : 52
Località : nato a Torino ma vivo a Modena
Re: letterarura gotica
Teddy Bear ha scritto:No no ... l'ha consigliato ALberto ... no ... io non lo leggo .... me lo faccio raccontare da SOLE !!!!
No, no, non racconto proprio nulla, anche perchè se ci si limita alla fabula, a volte può sembrare banale, fa quasi sorridere. La maestria dell'autore è nell'intreccio, nella sua capacità di rielaborare temi già noti. Da anni ho l'abitudine di non leggere mai la prefazione, perchè mi piace stare a tu per tu con il testo e farmene una mia idea.
La leggo solo a conclusione dell'opera e spesso mi accorgo di averci visto bene.
In quest'opera avevo colto gli echi della letteratura tedesca e ho avuto la conferma che
Lewis ne era un grade conoscitore.....
solenascente- Numero di messaggi : 2096
Data d'iscrizione : 21.02.09
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