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LA CURA DEL PERDONO
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solenascente
cuore1969
HERABLU
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LA CURA DEL PERDONO
Tempo fa lessi questo articolo ke mi colpì molto.L'ho tagliato,copiato ed incollato per condividerlo assieme a voi picciotti/e.
:::Questa volta vorrei parlare dell’importanza del perdono. - anche la scienza si sta dedicando allo studio dei benefici psicologici e fisici del perdono. E’ vitale per noi poter perdonare. Significa recidere i legami, liberarsi dalle catene che ci impediscono di volare verso la serenità e perchè no, anche la gioia.
Se non riusciamo a perdonare, ci stanchiamo di più, perdiamo lucidità e commettiamo altri errori che concludono questo circolo vizioso facendoci innervosire.
Che dire di noi, per capire che possiamo perdonare tutto e liberarci da tutti i legami del nostro passato che ci impediscono di poter cambiare o solamente gioire dell’esistenza.
Un altro aspetto del perdono, spesso trascurato, è quello rivolto verso di noi. Perdonare noi stessi è fondamentale per accettare le nostre lacune e i nostri errori. Grazie a questo perdono possiamo liberarci dal senso di colpa che ci degrada e migliorare la nostra vita.
E’ interessante leggere cosa diceva a riguardo Sidney Poitier:
Il perdono lavora in due modi, nella maggior parte dei casi. Le persone devono perdonare anche loro stesse, e questo dovrebbe essere un processo sacro.
E lungo la strada loro stessi realizzeranno che non c’è modo di vivere con le richieste della loro rabbia, con le esigenze del loro odio. Devono trovare la pace, perché non troveranno la pace dalle loro emozioni. (Fonte)
La parola perdono deriva dal verbo perdonare che ha origine da "condonare", che a sua volta deriva dalla parola donare. Come sappiamo questa è un azione che deve essere fatta con il cuore, non può essere un mero esercizio mentale o intellettuale. Perdonare è come pensare con il cuore e amare con la nostra mente.
Lo stesso Dante descrive così il potere del perdono:
“Camera di perdon savio uom non serra
ché ‘l perdonar è bel vincer di guerra.”come a voler indicare che il saggio non blocca il proprio perdono, proprio perché questo gli farà superare la difficoltà.
Anche il Mahatma Gandhi si espresse sul perdono. E’ importante sapere cosa rispose alla domanda :”Supponiamo che si faccia avanti uno che ti copra di insulti. Dovresti lasciarti umiliare?”
“se ti senti umiliato, sei autorizzato a dare un ceffone al prepotente, o a fare quanto ti sembri più opportuno per ottenere il rispetto. L’uso della forza, in questo caso, sarebbe una conseguenza inevitabile, se non sei un vile. Ma se hai assimilato lo spirito della non-violenza, non ci sarebbe modo di farti sentire umiliato. Il tuo comportamento non-violento, allora, o farebbe sì che il prepotente si vergognasse di se stesso e quindi preverrebbe gli insulti, o ti renderebbe immune contro di essi, cosicché l’insulto resterebbe soltanto sulla bocca del prepotente e non ti toccherebbe affatto.[...] nessuno potrà mai disonorare un valoroso.”
“La regola d’oro è di essere amici di tutto il mondo e di considerare l’umanità intera come una famiglia. Colui che distingue tra la propria famiglia e quella di un altro, diseduca i membri della sua famiglia e apre la strada alla discordia e alla irreligiosità. Non violenza significa perdonare le offese e non ripagare con la stessa moneta. Il perdono è l’ornamento dei forti, dice un proverbio in sanscrito. La non violenza non è un fatto meccanico. Essa è la più bella qualità del cuore e la si conquista con l’esercizio. Quando la si raggiunge appare come naturale, spontanea, e chi la possiede si domanda perché si sia fatta tanta fatica a conquistarla.
Cosa c’è di più naturale che restituire colpo su colpo, dice il bruto che è in noi. Che cosa può essere più naturale che ripagare l’offesa con il perdono, dice l’uomo che è in noi. Colui che ha recato offesa non sapeva quello che faceva. Perché l’offeso dovrebbe anche lui non sapere quello che fa?”
“la coscienza non è la stessa in tutti. Pertanto, mentra essa è una buona guida per la condotta individuale, l’imposizione di tale condotta a tutti sarebbe un’intollerabile interferenza nella libertà di coscienza degli altri. Hanno tutti una coscienza? [...] Il significato etimologico di coscienza è “conoscenza del vero”. La definizione nel dizionario è “facoltà di distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è ingiusto e di regolare di conseguenza la condotta.” Da qui il consiglio di Gandhi : “Non giudicare gli altri. Sii giudice di te stesso e sarai veramente felice”
:::Questa volta vorrei parlare dell’importanza del perdono. - anche la scienza si sta dedicando allo studio dei benefici psicologici e fisici del perdono. E’ vitale per noi poter perdonare. Significa recidere i legami, liberarsi dalle catene che ci impediscono di volare verso la serenità e perchè no, anche la gioia.
Se non riusciamo a perdonare, ci stanchiamo di più, perdiamo lucidità e commettiamo altri errori che concludono questo circolo vizioso facendoci innervosire.
Che dire di noi, per capire che possiamo perdonare tutto e liberarci da tutti i legami del nostro passato che ci impediscono di poter cambiare o solamente gioire dell’esistenza.
Un altro aspetto del perdono, spesso trascurato, è quello rivolto verso di noi. Perdonare noi stessi è fondamentale per accettare le nostre lacune e i nostri errori. Grazie a questo perdono possiamo liberarci dal senso di colpa che ci degrada e migliorare la nostra vita.
E’ interessante leggere cosa diceva a riguardo Sidney Poitier:
Il perdono lavora in due modi, nella maggior parte dei casi. Le persone devono perdonare anche loro stesse, e questo dovrebbe essere un processo sacro.
E lungo la strada loro stessi realizzeranno che non c’è modo di vivere con le richieste della loro rabbia, con le esigenze del loro odio. Devono trovare la pace, perché non troveranno la pace dalle loro emozioni. (Fonte)
La parola perdono deriva dal verbo perdonare che ha origine da "condonare", che a sua volta deriva dalla parola donare. Come sappiamo questa è un azione che deve essere fatta con il cuore, non può essere un mero esercizio mentale o intellettuale. Perdonare è come pensare con il cuore e amare con la nostra mente.
Lo stesso Dante descrive così il potere del perdono:
“Camera di perdon savio uom non serra
ché ‘l perdonar è bel vincer di guerra.”come a voler indicare che il saggio non blocca il proprio perdono, proprio perché questo gli farà superare la difficoltà.
Anche il Mahatma Gandhi si espresse sul perdono. E’ importante sapere cosa rispose alla domanda :”Supponiamo che si faccia avanti uno che ti copra di insulti. Dovresti lasciarti umiliare?”
“se ti senti umiliato, sei autorizzato a dare un ceffone al prepotente, o a fare quanto ti sembri più opportuno per ottenere il rispetto. L’uso della forza, in questo caso, sarebbe una conseguenza inevitabile, se non sei un vile. Ma se hai assimilato lo spirito della non-violenza, non ci sarebbe modo di farti sentire umiliato. Il tuo comportamento non-violento, allora, o farebbe sì che il prepotente si vergognasse di se stesso e quindi preverrebbe gli insulti, o ti renderebbe immune contro di essi, cosicché l’insulto resterebbe soltanto sulla bocca del prepotente e non ti toccherebbe affatto.[...] nessuno potrà mai disonorare un valoroso.”
“La regola d’oro è di essere amici di tutto il mondo e di considerare l’umanità intera come una famiglia. Colui che distingue tra la propria famiglia e quella di un altro, diseduca i membri della sua famiglia e apre la strada alla discordia e alla irreligiosità. Non violenza significa perdonare le offese e non ripagare con la stessa moneta. Il perdono è l’ornamento dei forti, dice un proverbio in sanscrito. La non violenza non è un fatto meccanico. Essa è la più bella qualità del cuore e la si conquista con l’esercizio. Quando la si raggiunge appare come naturale, spontanea, e chi la possiede si domanda perché si sia fatta tanta fatica a conquistarla.
Cosa c’è di più naturale che restituire colpo su colpo, dice il bruto che è in noi. Che cosa può essere più naturale che ripagare l’offesa con il perdono, dice l’uomo che è in noi. Colui che ha recato offesa non sapeva quello che faceva. Perché l’offeso dovrebbe anche lui non sapere quello che fa?”
“la coscienza non è la stessa in tutti. Pertanto, mentra essa è una buona guida per la condotta individuale, l’imposizione di tale condotta a tutti sarebbe un’intollerabile interferenza nella libertà di coscienza degli altri. Hanno tutti una coscienza? [...] Il significato etimologico di coscienza è “conoscenza del vero”. La definizione nel dizionario è “facoltà di distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è ingiusto e di regolare di conseguenza la condotta.” Da qui il consiglio di Gandhi : “Non giudicare gli altri. Sii giudice di te stesso e sarai veramente felice”
HERABLU- Numero di messaggi : 501
Data d'iscrizione : 03.03.09
Località : Modena
Re: LA CURA DEL PERDONO
grazie di averla condvisa grazie veramente
cuore1969- Numero di messaggi : 1159
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 54
Località : ZANE' ( VICENZA )
Re: la cura del perdono
Nessuno potrà mai disonorare un valoroso.”
Il perdono è ornamento dei forti
Mi piacciono questi frasi è un pò le sento mie.
Ho sempre perdonato nella mia vita le offese ricevute e tutte le volte mi sono sentita più forte, più serena e più felice, poi, vi dirò, spesso perdono con la speranza di essere anch'io perdonata per i miei errori.
Chiedere perdono non è per niente facile, per questo motivo non bisognerebbe mai negarlo a chi ha la forza di farlo, ma penso anchechi ha perdonato non debba poi necessariamente rifrequentare la persona che ha arrecato l'offesa.
Che ne dite? Vi sembra una contraddizione? A me non tanto perchè è impotante solo che non si porti rancore.
Il perdono è ornamento dei forti
Mi piacciono questi frasi è un pò le sento mie.
Ho sempre perdonato nella mia vita le offese ricevute e tutte le volte mi sono sentita più forte, più serena e più felice, poi, vi dirò, spesso perdono con la speranza di essere anch'io perdonata per i miei errori.
Chiedere perdono non è per niente facile, per questo motivo non bisognerebbe mai negarlo a chi ha la forza di farlo, ma penso anchechi ha perdonato non debba poi necessariamente rifrequentare la persona che ha arrecato l'offesa.
Che ne dite? Vi sembra una contraddizione? A me non tanto perchè è impotante solo che non si porti rancore.
solenascente- Numero di messaggi : 2096
Data d'iscrizione : 21.02.09
Età : 58
Re: LA CURA DEL PERDONO
Chiedere perdono, ammettere le proprie colpe ed i propri errori è sinonimo di intelligenza ....
Lo stupido si trincera dietro l'orgoglio mentre l'intelligente cerca una mediazione ...................
Lo stupido si trincera dietro l'orgoglio mentre l'intelligente cerca una mediazione ...................
Re: LA CURA DEL PERDONO
Cara Herablu azzarola hai messo un post molto impegnativo… mi esalta la cosa!!!!
Ti passo le mie riflessioni. Parto dall’etimo del termine perdonare che, come hai riportato, contiene la radice donare.
Ebbene il perdono è un dono: dono che facciamo a noi stessi o che ci viene fatto. Giustamente lo scritto mette in risalto le due dimensioni del perdono: da un lato perdonare chi ci ha fatto del male e dall’altro perdonare a noi stessi.
Il perdono che noi “doniamo” a coloro che ci hanno fatto del male è difficilissimo. Credo, volendo essere onesti fino in fondo, si impossibile realmente. Si può comprendere ma un perdono verso quelle che sono le cattiverie più orribili (torte, stupri, omicidi…) difficilissimo!!!! Una forma di elaborazione psicologica complessa e non semplice. Io comprendo il male che mi è stato fatto, ma faccio molta fatica a perdonare, perché a volte non riesco a dimenticare… ricordare mi serve per rivivere e rielaborare, ma specialmente per riverificare me stessa!
Perdonare a noi stessi, altra impresa quasi impossibile se penso che molte delle nostre ansie e dei nostri problemi psicologici, relazionali, affettivi… sono scatenati ed alimentati dai sensi di colpa che ci facciamo o che altri manipolano per dominarci o per controllarci. Io non ne sono immune, ma faccio tesoro di una qualcosa che ho letto tempo fa: mi concedo ogni giorno una piccola trasgressione per far si che io possa spezzare il controllo che a volte morbosamente esercito sui miei sensi di colpa.
Spesso quella trasgressione è perdonare me stessa per un gesto o una frase non adeguato/a, ma del tutto involontario/a che può aver ferito o messo in difficoltà qualcuno
Non credo nel porre sempre l’altra guancia (riferito al passaggio di Ghandi). Credo nel passo del vangelo che dice: “non gettate le vostre perle ai porci in modo tale che loro possano girarsi e calpestarle”. A volte non si può e non si deve amare in modo incondizionato. Si deve cercare di capire sempre!!!! Anche io un assassino io posso comprendere, ma non posso amarlo… posso solo amare il suo dolore e le sue fragilità.
Io faccio oro di questa espressione: la regola te la dà la mente: consapevolezza = coscienza.
Baci Anna e grazie per questa riflessione che offre troppi spunti… ma non voglio essere pesante e prolissa come mio solito!!!!
lappini speciali per te al gusto coca cola
Paola
Ti passo le mie riflessioni. Parto dall’etimo del termine perdonare che, come hai riportato, contiene la radice donare.
Ebbene il perdono è un dono: dono che facciamo a noi stessi o che ci viene fatto. Giustamente lo scritto mette in risalto le due dimensioni del perdono: da un lato perdonare chi ci ha fatto del male e dall’altro perdonare a noi stessi.
Il perdono che noi “doniamo” a coloro che ci hanno fatto del male è difficilissimo. Credo, volendo essere onesti fino in fondo, si impossibile realmente. Si può comprendere ma un perdono verso quelle che sono le cattiverie più orribili (torte, stupri, omicidi…) difficilissimo!!!! Una forma di elaborazione psicologica complessa e non semplice. Io comprendo il male che mi è stato fatto, ma faccio molta fatica a perdonare, perché a volte non riesco a dimenticare… ricordare mi serve per rivivere e rielaborare, ma specialmente per riverificare me stessa!
Perdonare a noi stessi, altra impresa quasi impossibile se penso che molte delle nostre ansie e dei nostri problemi psicologici, relazionali, affettivi… sono scatenati ed alimentati dai sensi di colpa che ci facciamo o che altri manipolano per dominarci o per controllarci. Io non ne sono immune, ma faccio tesoro di una qualcosa che ho letto tempo fa: mi concedo ogni giorno una piccola trasgressione per far si che io possa spezzare il controllo che a volte morbosamente esercito sui miei sensi di colpa.
Spesso quella trasgressione è perdonare me stessa per un gesto o una frase non adeguato/a, ma del tutto involontario/a che può aver ferito o messo in difficoltà qualcuno
Non credo nel porre sempre l’altra guancia (riferito al passaggio di Ghandi). Credo nel passo del vangelo che dice: “non gettate le vostre perle ai porci in modo tale che loro possano girarsi e calpestarle”. A volte non si può e non si deve amare in modo incondizionato. Si deve cercare di capire sempre!!!! Anche io un assassino io posso comprendere, ma non posso amarlo… posso solo amare il suo dolore e le sue fragilità.
Io faccio oro di questa espressione: la regola te la dà la mente: consapevolezza = coscienza.
Baci Anna e grazie per questa riflessione che offre troppi spunti… ma non voglio essere pesante e prolissa come mio solito!!!!
lappini speciali per te al gusto coca cola
Paola
vuoi_parlare_con_me- Numero di messaggi : 833
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 53
Località : CREMONA
Re: LA CURA DEL PERDONO
Ciao Paola.Mi rendo conto di aver gettato un bel sasso nello stagno,uno di quelli belli cicciotti e rotondi e quindi nn posso nascondere la mano.anzi nn lo voglio proprio. Vedi ognuno di noi ha un suo vissuto ke è sacro.Ognuno di noi dalla nascita sino al compimento del suo tempo fa un suo percorso.kè è sacro.unico ed irripetibile.Ho lanciato questo sassolino sul perdono xkè io sn riuscita a elaborare la faccenda.mi ci sn voluti anni.ma nn è stat un atto di volontà forzato da kissà quale misteriosa disciplina zen. IO ho subito dei torti,gli errori di ki mi stav vicino hanno avuto ripercussioni sulla mia vita.(la storia di molti,penso)mi poteva andare male,molto male.ora sn qui però. Io penso ke sulla terra ogni tanto arrivino dei personaggi,personalità grandi,nate x diffondere messaggi "illuminati" ed illuminanti all'umanità.E queste persone contribuiscono alla evoluzione interiore del singolo a livello collettivo,planetario,nn importa se queste persone sn nate in siberia o in egitto..i loro "lumi"cioè agiscono come i cerki concentrici provocati dal tonfo del sassolino nello stagno.sembrano quasi ke questi cerki vengano alla fine assorbiti dall'acqua senza fine, piano piano e silenziosamente.nello stesso modo fà l'uomo nel corso della sua storia.Certi processi sn lenti, è la loro regola.Il perdono è uno di questi processi.prima esisteva la Legge dl Taglione xkè l'umanità ancora nn era pronta x recepire ed elaborare la faccenda. Poi è saltata fuori una personalità come Gesù(x ki ci crede,ovviamente)..."ama il prossimo tuo come te stesso"...poi uno come Gandhi (ke si nn è stato come Gesù,)però il suo messaggio era si il Perdono...ma kome si fa???? CON IL GIUSTO DISTACCO. Il distacco è la caratteristica "dell'ESSERE TESTIMONI"ma ke vuol dire???il Testimone è colui ke assiste a qualcosa ma nn partecipa attivamente.nn kiude gli okki,anzi osserva,prende nota ma passa e avanza.Osserva e partecipa al gioco della vita senza rimanerne travolto.Scopriamo ke siamo attori ed il mondo intero una commedia.(mi ta venendo in mente Pirandello)...Poi è bene aggungere ke Gandhi è indiano.L'oriente ha una plurimillenaria saggezza ke l'occidente nn possiede.L'occidente è un continente ancora giovane,rispetto all'esperienza e pratica dell'introspezione,della ricerca del Sè.La pratica stessa dello Yoga si perde nella notte dei tempi,ha radici tutte orientali antikissime. Nello scrivere ho lasciato fluire le parole senza troppo razionalizzare,ho lasciato parlare il mio cuore. Baci al.... sassolino
HERABLU- Numero di messaggi : 501
Data d'iscrizione : 03.03.09
Località : Modena
Re: LA CURA DEL PERDONO
Una forma di elaborazione psicologica complessa e non semplice. Io comprendo il male che mi è stato fatto, ma faccio molta fatica a perdonare, perché a volte non riesco a dimenticare… ricordare mi serve per rivivere e rielaborare, ma specialmente per riverificare me stessa!
Non so forse avrò una strana concezione del perdono, ma perdonare non significa necessariamente dimenticare.
Non si può dimenticare l’offesa, ma, comprendere la fragilità dell’altro e imparare a non dargli troppo peso anche quando il cuore sanguina può aiutarci a non cadere nella trappola del rancore, quel sentimento soffocante, che si impossessa di noi avvelenandoci la vita e impedendoci di vivere..
Se siamo accecati dal rancore rischiamo di continuare a brancolare nel buio, di non avere la capacità di osservare, apprezzare e godere di ciò che la vita può ancora offrire, invece se impariamo a considerare il male o torto ricevuto con un certo distacco riusciremo a dare un’altra possibilità a noi stessi.
Perdonare a noi stessi, altra impresa quasi impossibile se penso che molte delle nostre ansie e dei nostri problemi psicologici, relazionali, affettivi… sono scatenati ed alimentati dai sensi di colpa che ci facciamo o che altri manipolano per dominarci o per controllarci.
Verissimo, in genere sono sempre io il giudice più severo di me stessa, ma a volte mi chiedo se non pecco eccessivamente di orgoglio…infondo l’onnipotenza non ci appartiene e forse bisogna imparare ad essere più indulgenti!
Non so forse avrò una strana concezione del perdono, ma perdonare non significa necessariamente dimenticare.
Non si può dimenticare l’offesa, ma, comprendere la fragilità dell’altro e imparare a non dargli troppo peso anche quando il cuore sanguina può aiutarci a non cadere nella trappola del rancore, quel sentimento soffocante, che si impossessa di noi avvelenandoci la vita e impedendoci di vivere..
Se siamo accecati dal rancore rischiamo di continuare a brancolare nel buio, di non avere la capacità di osservare, apprezzare e godere di ciò che la vita può ancora offrire, invece se impariamo a considerare il male o torto ricevuto con un certo distacco riusciremo a dare un’altra possibilità a noi stessi.
Perdonare a noi stessi, altra impresa quasi impossibile se penso che molte delle nostre ansie e dei nostri problemi psicologici, relazionali, affettivi… sono scatenati ed alimentati dai sensi di colpa che ci facciamo o che altri manipolano per dominarci o per controllarci.
Verissimo, in genere sono sempre io il giudice più severo di me stessa, ma a volte mi chiedo se non pecco eccessivamente di orgoglio…infondo l’onnipotenza non ci appartiene e forse bisogna imparare ad essere più indulgenti!
solenascente- Numero di messaggi : 2096
Data d'iscrizione : 21.02.09
Età : 58
Re: LA CURA DEL PERDONO
Herablu e solenascente... wow doppio wow e anche triplo wow!!!!!
Ho goduto nel leggere le vostre riflessioni. GRAZIE!!!!
Dolci baci
Paola
Ho goduto nel leggere le vostre riflessioni. GRAZIE!!!!
Dolci baci
Paola
vuoi_parlare_con_me- Numero di messaggi : 833
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 53
Località : CREMONA
Re: LA CURA DEL PERDONO
STASERA SONO TRISTE, HO DELUSO LA PERSONA PIU' IMPORTANTE DELLA MIA VITA; MIA MADRE.
IO CHE AVEVO PROMESSO A MIO PADRE DI PROTEGGERLA IN PUNTO DI MORTE LO FERITA MI FA MALE
VEDERLA COSI' E CONOSCENDOLA MI PORTERA' PER UN BEL PO' DI TEMPO DEL RANCORE.
SPERO CHE SI RISOLVA TUTTO. GIA' SONO GIU' DI MIO DOPO TUTTO QUELLO CHE MI STA
SUCCEDENDO SONO A PEZZI PERO' QUESTO NON MI GIUSTIFICA E' ED VERO QUELLO CHE DICE SOLE.
IO CHE AVEVO PROMESSO A MIO PADRE DI PROTEGGERLA IN PUNTO DI MORTE LO FERITA MI FA MALE
VEDERLA COSI' E CONOSCENDOLA MI PORTERA' PER UN BEL PO' DI TEMPO DEL RANCORE.
SPERO CHE SI RISOLVA TUTTO. GIA' SONO GIU' DI MIO DOPO TUTTO QUELLO CHE MI STA
SUCCEDENDO SONO A PEZZI PERO' QUESTO NON MI GIUSTIFICA E' ED VERO QUELLO CHE DICE SOLE.
Ultima modifica di cuore1969 il Gio Mar 19, 2009 1:32 am - modificato 1 volta.
cuore1969- Numero di messaggi : 1159
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 54
Località : ZANE' ( VICENZA )
Re: LA CURA DEL PERDONO
E PRORPIO VERO SAI SOLE IN QUESTO MOMENTO IO NON MI SENTO DI PERDONARMI E LEI DI PERDONARE MEsolenascente ha scritto:Una forma di elaborazione psicologica complessa e non semplice. Io comprendo il male che mi è stato fatto, ma faccio molta fatica a perdonare, perché a volte non riesco a dimenticare… ricordare mi serve per rivivere e rielaborare, ma specialmente per riverificare me stessa!
Non so forse avrò una strana concezione del perdono, ma perdonare non significa necessariamente dimenticare.
Non si può dimenticare l’offesa, ma, comprendere la fragilità dell’altro e imparare a non dargli troppo peso anche quando il cuore sanguina può aiutarci a non cadere nella trappola del rancore, quel sentimento soffocante, che si impossessa di noi avvelenandoci la vita e impedendoci di vivere..
Se siamo accecati dal rancore rischiamo di continuare a brancolare nel buio, di non avere la capacità di osservare, apprezzare e godere di ciò che la vita può ancora offrire, invece se impariamo a considerare il male o torto ricevuto con un certo distacco riusciremo a dare un’altra possibilità a noi stessi.
Perdonare a noi stessi, altra impresa quasi impossibile se penso che molte delle nostre ansie e dei nostri problemi psicologici, relazionali, affettivi… sono scatenati ed alimentati dai sensi di colpa che ci facciamo o che altri manipolano per dominarci o per controllarci.
Verissimo, in genere sono sempre io il giudice più severo di me stessa, ma a volte mi chiedo se non pecco eccessivamente di orgoglio…infondo l’onnipotenza non ci appartiene e forse bisogna imparare ad essere più indulgenti!
cuore1969- Numero di messaggi : 1159
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 54
Località : ZANE' ( VICENZA )
RE: La cura del perdono
E PROPRIO VERO SAI SOLE IN QUESTO MOMENTO IO NON MI SENTO DI PERDONARMI E LEI DI PERDONARE ME
Cara Ale,
purtroppo la via del perdono è un percorso lungo e difficile; spesso è interrotto da veri e propri precipizi, montagne elevatissime da scalare, ostacoli che sembrano insormontabili e dunque bisogna essere molto pazienti.
Ognuno ha i suoi tempi e non si può pretendere di raggiungere subito meta, ma se si decide di intraprendere il cammino forse c'è qualche speranza di condurlo a temine.
Bisogna solo avere il coraggio di cominciare a fare qualche piccolo passo...
Cara Ale,
purtroppo la via del perdono è un percorso lungo e difficile; spesso è interrotto da veri e propri precipizi, montagne elevatissime da scalare, ostacoli che sembrano insormontabili e dunque bisogna essere molto pazienti.
Ognuno ha i suoi tempi e non si può pretendere di raggiungere subito meta, ma se si decide di intraprendere il cammino forse c'è qualche speranza di condurlo a temine.
Bisogna solo avere il coraggio di cominciare a fare qualche piccolo passo...
solenascente- Numero di messaggi : 2096
Data d'iscrizione : 21.02.09
Età : 58
Re: LA CURA DEL PERDONO
solenascente ha scritto:E PROPRIO VERO SAI SOLE IN QUESTO MOMENTO IO NON MI SENTO DI PERDONARMI E LEI DI PERDONARE ME
Cara Ale,
purtroppo la via del perdono è un percorso lungo e difficile; spesso è interrotto da veri e propri precipizi, montagne elevatissime da scalare, ostacoli che sembrano insormontabili e dunque bisogna essere molto pazienti.
Ognuno ha i suoi tempi e non si può pretendere di raggiungere subito meta, ma se si decide di intraprendere il cammino forse c'è qualche speranza di condurlo a temine.
Bisogna solo avere il coraggio di cominciare a fare qualche piccolo passo...
Si! Il perdono presuppone un dialogo, il dialogo avviene se le due persone sanno ascoltare!
Auguri Ale!
otre69- Numero di messaggi : 218
Data d'iscrizione : 19.02.09
Età : 54
Località : BRESCIA
Re: LA CURA DEL PERDONO
POSSO DIRVI CHE OGGI VA GIA' MEGLIO E QUESTO GRAZIE AL BELLISSIMO DIALOGO CHE HO CON MIA MADRE
SONO ANCORA UN POì GIU MA STO FACENDE SU DI ME UNA TERAPIA CHE MI STA SCONVOLGENDO QUELLA
POCA DI PACE CHE AVEVO UN PAIO D'ANNI FA PRIMA DELLA MORTE DI MIO PADRE VEDREMO
PS. LO SAPETE CHE VOI CONTATE MOLTISSIMO PER ME ED E' ANCHE MERITO VOSTRO SE IL MIO RICCIO SI
STA SROTOLANDO.
GRAZIE A TUTTI AMICI MIEI ALE
SONO ANCORA UN POì GIU MA STO FACENDE SU DI ME UNA TERAPIA CHE MI STA SCONVOLGENDO QUELLA
POCA DI PACE CHE AVEVO UN PAIO D'ANNI FA PRIMA DELLA MORTE DI MIO PADRE VEDREMO
PS. LO SAPETE CHE VOI CONTATE MOLTISSIMO PER ME ED E' ANCHE MERITO VOSTRO SE IL MIO RICCIO SI
STA SROTOLANDO.
GRAZIE A TUTTI AMICI MIEI ALE
cuore1969- Numero di messaggi : 1159
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 54
Località : ZANE' ( VICENZA )
Re: LA CURA DEL PERDONO
Non pratico il perdono o l'astinenza dal perdono.
Premesso quanto:
Perdonare, ditemi come si fa a farlo in automatico, forse schiaccio il bottone che me lo fa partire verso tutti.
Ci son persone che non riesci a volerle accanto a te, pur non muovendo loro alcun rancore, ma solo disgusto.
Disgusto che proprio non mi lascia condividere la loro compagnia.
Credo che anche a voi sia successo.
Non credo si chiami perdono, forse astinenza dall'usar loro violenza per quel che ti hanno fatto....o comunque voi decidiate di chiamare questa pratica.
Ho debellato persone dalla mia vita che avrei dovuto , letteralmente, mettere sotto i piedi........
Poi di persone ce ne stan altre, appartengono ad un'altra categoria: quelle che non avresti voluto mai incontrare o che fossero mai nate: come si fa a perdonare queste persone che hanno marchiato a fuoco la tua vita?
Ditemi come fate, come avete fatto.......
Io purtroppo non posso non starci a contatto e..........evito....evito all'infinito, ma proprio non riesco ad amarle o perdonarle......
Una sol cosa desidero: che un giorno si rendano conto del male ritortomi.
Disgusto è il secondo....
Poi smetto altrimenti mi vien rabbia, eppure mantengo una forma di rispetto, ma vi assicuro che non mi viene dal cuore.
Premesso quanto:
Perdonare, ditemi come si fa a farlo in automatico, forse schiaccio il bottone che me lo fa partire verso tutti.
Ci son persone che non riesci a volerle accanto a te, pur non muovendo loro alcun rancore, ma solo disgusto.
Disgusto che proprio non mi lascia condividere la loro compagnia.
Credo che anche a voi sia successo.
Non credo si chiami perdono, forse astinenza dall'usar loro violenza per quel che ti hanno fatto....o comunque voi decidiate di chiamare questa pratica.
Ho debellato persone dalla mia vita che avrei dovuto , letteralmente, mettere sotto i piedi........
Poi di persone ce ne stan altre, appartengono ad un'altra categoria: quelle che non avresti voluto mai incontrare o che fossero mai nate: come si fa a perdonare queste persone che hanno marchiato a fuoco la tua vita?
Ditemi come fate, come avete fatto.......
Io purtroppo non posso non starci a contatto e..........evito....evito all'infinito, ma proprio non riesco ad amarle o perdonarle......
Una sol cosa desidero: che un giorno si rendano conto del male ritortomi.
Disgusto è il secondo....
Poi smetto altrimenti mi vien rabbia, eppure mantengo una forma di rispetto, ma vi assicuro che non mi viene dal cuore.
mrs_holmes- Numero di messaggi : 840
Data d'iscrizione : 17.02.09
Età : 54
re: La cura del perdono
[i]Ci son persone che non riesci a volerle accanto a te, pur non muovendo loro alcun rancore, ma solo disgusto.
Disgusto che proprio non mi lascia condividere la loro compagnia.
Credo che anche a voi sia successo.
Non credo si chiami perdono, forse astinenza dall'usar loro violenza per quel che ti hanno fatto....o comunque voi decidiate di chiamare questa pratica.[/i]
Anche io ho conosciuto persone che mi hanno procurato disgusto, che non avrei mai voluto incontrare e che mi hanno provocato sofferenza…….
Ce ne ho messo di tempo per allontanarle, ma quando sono riuscita a farlo ho provato verso di loro un sentimento di compassione.
Compassione perché non sono riuscite a crescere, non sono riuscite a fare i conti con se stessi a guardarsi in faccia.
Ho perdonato il male commesso nei miei confronti , ma non essendoci stato da parte loro un ravvedimento e un cambiamento certo non mi sono sentita di riaccoglierli a braccia aperte; la mia punizione è stata quella di negare loro la mia presenza, ma ho deciso di non odiare, di allontanare da me il rancore e mi sono sentita molto più forte e serena.
Il perdono inteso come riaccogliere l’altro a braccia aperte è una faccenda complicatissima e non è detto possa sempre avvenire, soprattutto se l’altro non è consapevole dei suoi errori o semplicemente non ha voglia di ammetterli.
Certo mi rendo conto che un presupposto importante per riuscire a perdonare è trovarsi nella condizione di distanza fisica.
Un discorso complicato, non so se sono riuscita a farmi capire.....forse non si chiama perdono.....
[i]
Disgusto che proprio non mi lascia condividere la loro compagnia.
Credo che anche a voi sia successo.
Non credo si chiami perdono, forse astinenza dall'usar loro violenza per quel che ti hanno fatto....o comunque voi decidiate di chiamare questa pratica.[/i]
Anche io ho conosciuto persone che mi hanno procurato disgusto, che non avrei mai voluto incontrare e che mi hanno provocato sofferenza…….
Ce ne ho messo di tempo per allontanarle, ma quando sono riuscita a farlo ho provato verso di loro un sentimento di compassione.
Compassione perché non sono riuscite a crescere, non sono riuscite a fare i conti con se stessi a guardarsi in faccia.
Ho perdonato il male commesso nei miei confronti , ma non essendoci stato da parte loro un ravvedimento e un cambiamento certo non mi sono sentita di riaccoglierli a braccia aperte; la mia punizione è stata quella di negare loro la mia presenza, ma ho deciso di non odiare, di allontanare da me il rancore e mi sono sentita molto più forte e serena.
Il perdono inteso come riaccogliere l’altro a braccia aperte è una faccenda complicatissima e non è detto possa sempre avvenire, soprattutto se l’altro non è consapevole dei suoi errori o semplicemente non ha voglia di ammetterli.
Certo mi rendo conto che un presupposto importante per riuscire a perdonare è trovarsi nella condizione di distanza fisica.
Un discorso complicato, non so se sono riuscita a farmi capire.....forse non si chiama perdono.....
[i]
solenascente- Numero di messaggi : 2096
Data d'iscrizione : 21.02.09
Età : 58
Re: LA CURA DEL PERDONO
cuore1969 ha scritto:POSSO DIRVI CHE OGGI VA GIA' MEGLIO E QUESTO GRAZIE AL BELLISSIMO DIALOGO CHE HO CON MIA MADRE
SONO ANCORA UN POì GIU MA STO FACENDE SU DI ME UNA TERAPIA CHE MI STA SCONVOLGENDO QUELLA
POCA DI PACE CHE AVEVO UN PAIO D'ANNI FA PRIMA DELLA MORTE DI MIO PADRE VEDREMO
PS. LO SAPETE CHE VOI CONTATE MOLTISSIMO PER ME ED E' ANCHE MERITO VOSTRO SE IL MIO RICCIO SI
STA SROTOLANDO.
GRAZIE A TUTTI AMICI MIEI ALE
Ale sono molto contenta!!!! Leggere che il dialogo tra tua madre e te è ripreso è splendido... significa che avete un affetto che va oltre; è naturale avere dei momenti di scontro (a volte sono costruttivi; il dolore crea consapevolezze), ma se c'è amore autentico le parole ritornano e creano dialogo!
Tu sei importante per noi! Sei una delle persone che manifesta con trasparenza i suoi sentimenti e non ne ha paura. Sei una splendida donna Ale. Grazie!
Ti abbraccio fortissimo!!!!!
Paola
vuoi_parlare_con_me- Numero di messaggi : 833
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Re: LA CURA DEL PERDONO
mrs_holmes ha scritto:Non pratico il perdono o l'astinenza dal perdono.
Premesso quanto:
Perdonare, ditemi come si fa a farlo in automatico, forse schiaccio il bottone che me lo fa partire verso tutti.
Ci son persone che non riesci a volerle accanto a te, pur non muovendo loro alcun rancore, ma solo disgusto.
Disgusto che proprio non mi lascia condividere la loro compagnia.
Credo che anche a voi sia successo.
Non credo si chiami perdono, forse astinenza dall'usar loro violenza per quel che ti hanno fatto....o comunque voi decidiate di chiamare questa pratica.
Ho debellato persone dalla mia vita che avrei dovuto , letteralmente, mettere sotto i piedi........
Poi di persone ce ne stan altre, appartengono ad un'altra categoria: quelle che non avresti voluto mai incontrare o che fossero mai nate: come si fa a perdonare queste persone che hanno marchiato a fuoco la tua vita?
Ditemi come fate, come avete fatto.......Io purtroppo non posso non starci a contatto e..........evito....evito all'infinito, ma proprio non riesco ad amarle o perdonarle......
Una sol cosa desidero: che un giorno si rendano conto del male ritortomi.
Disgusto è il secondo....
Poi smetto altrimenti mi vien rabbia, eppure mantengo una forma di rispetto, ma vi assicuro che non mi viene dal cuore.
Rosa mi dai dei brividi incredibili. Leggendo le tue parole ritrovo molti miei interrogativi e tanti dolori simili ai tuoi! Posso dirti che io quel tipo di persone le ho "perdonate" nel momento in cui ho riconosciuto la loro inutilità... proprio quando le ho viste proprio per quelle che sono! Non permetterò a loro di avere neppure il mio odio o il mio dolore... sarebbe come riconoscere a loro un valore.
Ti stringo fortissimo a me
Paola
vuoi_parlare_con_me- Numero di messaggi : 833
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 53
Località : CREMONA
Re: LA CURA DEL PERDONO
vuoi_parlare_con_me ha scritto:mrs_holmes ha scritto:Non pratico il perdono o l'astinenza dal perdono.
Premesso quanto:
Perdonare, ditemi come si fa a farlo in automatico, forse schiaccio il bottone che me lo fa partire verso tutti.
Ci son persone che non riesci a volerle accanto a te, pur non muovendo loro alcun rancore, ma solo disgusto.
Disgusto che proprio non mi lascia condividere la loro compagnia.
Credo che anche a voi sia successo.
Non credo si chiami perdono, forse astinenza dall'usar loro violenza per quel che ti hanno fatto....o comunque voi decidiate di chiamare questa pratica.
Ho debellato persone dalla mia vita che avrei dovuto , letteralmente, mettere sotto i piedi........
Poi di persone ce ne stan altre, appartengono ad un'altra categoria: quelle che non avresti voluto mai incontrare o che fossero mai nate: come si fa a perdonare queste persone che hanno marchiato a fuoco la tua vita?
Ditemi come fate, come avete fatto.......Io purtroppo non posso non starci a contatto e..........evito....evito all'infinito, ma proprio non riesco ad amarle o perdonarle......
Una sol cosa desidero: che un giorno si rendano conto del male ritortomi.
Disgusto è il secondo....
Poi smetto altrimenti mi vien rabbia, eppure mantengo una forma di rispetto, ma vi assicuro che non mi viene dal cuore.
Rosa mi dai dei brividi incredibili. Leggendo le tue parole ritrovo molti miei interrogativi e tanti dolori simili ai tuoi! Posso dirti che io quel tipo di persone le ho "perdonate" nel momento in cui ho riconosciuto la loro inutilità... proprio quando le ho viste proprio per quelle che sono! Non permetterò a loro di avere neppure il mio odio o il mio dolore... sarebbe come riconoscere a loro un valore.
Ti stringo fortissimo a me
Paola
rosa anche io la penso come Paoletta sai ci sono tante persone che non valgono neanche il nostro perdono si dimenticano e basta ciao ale
cuore1969- Numero di messaggi : 1159
Data d'iscrizione : 18.02.09
Età : 54
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