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criminali nostrani o extracomunitari ?

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Messaggio  gabriel Ven Gen 29, 2010 4:47 pm

ROMA, 29 GEN - "Le nostre statistiche dimostrano che le percentuali di criminalità di italiani e stranieri sono analoghe, se non identiche". E' quanto ha affermato il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulle affermazioni del premier Berlusconi riguardanti la partecipazione degli immigrati alle attività delle organizzazioni criminali.

Nella conferenza stampa conclusiva del Consiglio episcopale permanente, riunitosi a Roma, mons. Crociata ha anche invitato al rispetto della "dignità di ogni persona umana, che - ha detto - non può essere oggetto di pregiudizio o discriminazione".

CEI: VOTATE CHI PIU' DIFENDE VITA E FAMIGLIA - "Il compito dei cittadini è eleggere le persone che meglio perseguono l'obiettivo del bene comune i cui valori e criteri sono la difesa della vita umana comunque si presenti, la difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la promozione della solidarietà verso glia altri, in particolare i più deboli e il lavoro". Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata rispondendo, in una conferenza stampa presso la radio vaticana, alle domande dei giornalisti su quali siano le indicazioni di voto per le prossime elezioni regionali che la Cei dà ai cattolici.

Sulla scadenza delle elezioni regionali di marzo, "noi vescovi diciamo - ha spiegato mons. Crociata - che si tratta di un momento di espressione alta della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e rivolgiamo in questo senso un appello alla responsabilità dei cittadini". "Nel far questo - ha proseguito sollecitato in particolare sul confronto che nel Lazio vedrà opposte la candidata del Pdl Renata Polverini e l'esponente dei Radicali, Emma Bonino - evidentemente l' indicazione che viene da parte nostra è quella di guardare alle esigenze generali più importanti e seguire quindi i criteri che permettono di realizzare il bene comune". Mons. Crociata ha quindi ricordato i criteri già indicati dal presidente della Cei, il card. Angelo Bagnasco, nella prolusione introduttiva ai lavori del consiglio permanente Cei di lunedì scorso.

I valori che meglio perseguono l'obiettivo del bene comune sono: la difesa della vita umana "comunque si presenti", della famiglia "fondata sul matrimonio tra uomo e donna", della promozione della "solidarietà verso gli altri, in particolare i più deboli" e del lavoro. Questi criteri, ha aggiunto il segretario Cei, "devono essere tenuti presenti: non possiamo contrapporre i valori e le responsabilità sociali". A questo proposito, Crociata ha citato anche quanto già affermato da Benedetto XVI nell'enciclica Caritas in Veritate: "La questione antropologica - ha detto - e la responsabilità sociale non possono essere separati".

BERLUSCONI, MENO CLANDESTINI MENO CRIMINALI,E' POLEMICA
di Marco Dell'Omo
Meno extracomunitari uguale meno criminali. Silvio Berlusconi fa sua l'equazione che vede immigrati e delinquenti legati da una relazione inscindibile. Il premier ne parla dopo il consiglio dei ministri a Reggio Calabria, rivendicando il pugno di ferro contro l'immigrazione clandestina, che ha dato risultati "molto positivi". Un fatto importante, sottolinea Berlusconi, perché una "riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali". La tesi non è nuova, ed è quasi quotidianamente proclamata dalla Lega Nord. E' però la prima volta, forse complice l'incipiente campagna elettorale per le regionali, che il premier parla degli "extracomunitari" come potenziali manovali del crimine. Una volta di più, colpisce la distanza dall'altro "co-cofondatore" del Pdl Gianfranco Fini, che nelle stesse ore in cui Berlusconi parlava in Calabria dava voce a una visione opposta del problema immigrazione. Secondo Fini, che parlava alla presentazione di un libro sull'Unità d'Italia, nella costruzione dell'idea di Nazione bisogna evitare "la tentazione dell'etnicismo e del revanscismo" puntando invece sull'idea democratica aperta "ai nuovi cittadini". E' dunque un'Italia sempre più multietnica quella che Fini immagina, dove gli immigrati e i loro figli sono un fattore di crescita e non un nemico da guardare in cagnesco. Una posizione condivisa dall'opposizione, che cavalca la polemica contro Berlusconi accusando il premier di razzismo e di subalternità al pensiero leghista. "Una frase così - dice il leader del Pd Pier Luigi Bersani riferendosi alla dichiarazione del premier - ci mette fuori da qualsiasi contesto moderno. Un governo non può sempre agitare le paure, deve saper anche guidare il paese alla razionalità". Livia Turco, parlamentare democratica e autrice della prima legge sull'immigrazione (la Turco-Napolitano), taccia Berlusconi di "volgarità", ricordando il contributo degli immigrati al mantenimento dello stato sociale. L'Idv non è da meno nel censurare le parole del premier: "L'Italia - sostiene il capogruppo Massimo Donadi - ha bisogno di leggi severe ma giuste, non di inutili slogan razzisti che alimentano il clima di intolleranza". Ma è proprio vero che gli extracomunitari sono attirati dal crimine? Una ricerca della Caritas sul tasso di delinquenza tra gli immigrati lo nega. Dalle tabelle viene fuori che gli extracomunitari in regola infrangono la legge in una percentuale di pochissimo superiore a quella degli italiani: a delinquere è infatti l'1,4 per cento degli stranieri contro lo 0,75 per cento degli italiani. "E' falso, perciò - sostengono i ricercatori della Caritas - dire che il tasso di criminalità degli immigrati è molto superiore a quello degli italiani". I fedelissimi del premier sostengono però che le parole di Berlusconi sono state travisate. 'Le polemiche - dice il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri - sono completamente fuori luogo. E' evidente che il riferimento era agli immigrati che giungono in Italia per delinquere attraverso organizzazioni criminali". Il clima politico è però poco favorevole a interventi pro-immigrati. Dalla legge comunitaria in Senato è stata stralciata la regolarizzazione degli immigrati senza contratto: sarebbe stata, spiega Gasparri, una "affrettata sanatoria per extracomunitari o lavoratori in nero". La Lega applaude: è stata scongiurata, dice il capogruppo Federico Bricolo, una "sanatoria indiscriminata per i clandestini".
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Messaggio  gabriel Lun Feb 15, 2010 4:56 pm

MILANO - Il gip di Milano, Simone Luerti, ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per Milko Pennisi, il consigliere comunale milanese del Pdl arrestato giovedì scorso mentre intascava una mazzetta da 5mila euro. Il giudice ha confermato anche l'ipotesi accusatoria di concussione ravvisando l'esistenza in particolare del pericolo di inquinamento delle prove.

LA TANGENTE IN LIBRERIA - Nel frattempo è emerso che Pennisi aveva nascosto giovedì scorso dietro il calorifero del bagno seminterrato della libreria Hoepli un fascio di banconote. La scoperta è avvenuta venerdì a opera di un dipendente: dopo avere recuperato il denaro ed avere informato il titolare della libreria, ha consegnato la somma alla guardia di finanza. Ma su dove avesse nascosto i soldi, Pennisi, interrogato in carcere, ha cercato di confondere le acque. Anche per questo il gip di Milano, Simone Luerti, annota nella sua ordinanza di convalida del fermo che «l'indagato ha fornito progressivamente diverse versioni adottandole via via alle contestazioni obiettive che gli venivano sollevate, dimostrando fino all'ultimo, con la vicenda del denaro, di volere nascondere almeno parte dei fatti».

CONTROLLI - E dopo l'episodio di corruzione la Giunta Moratti ha deciso di avviare un audit interno su tutte le procedure dell'edilizia privata in capo ai propri uffici. Ad annunciarlo è stato l'assessore all'Urbanistica Carlo Masseroli che ha già concordato le modalità di questa ispezione interna con il city manager Giuseppe Sala. «Sono certo - ha affermato Masseroli - che l'audit interno su tutte le procedure dell'edilizia privata darà conferma a quella trasparenza che io mi aspetto».

L'ISPEZIONE - Nelle prossime ore passeranno sotto la lente di ingrandimento degli ispettori comunali le pratiche e i permessi per costruire dello sportello edilizia e di tutti gli uffici competenti. Masseroli ha assicurato che l'avvio dell'audit non dovrà in alcun modo interferire con i tempi di approvazione del piano di governo del territorio, il nuovo piano regolatore da alcune settimane all'esame del consiglio comunale per l'adozione. «Credo fortemente nella riforma urbanistica che stiamo portando avanti - ha affermato Masseroli - e che tra gli altri obiettivi ha quello di rendere più snelli i processi amministrativi e di eliminare passaggi burocratici che, se arrivano nelle mani sbagliate, possono diventare strumenti di anomalie. Questa riforma deve fondarsi su radici salde: per questo è necessario avere certezza su tutte le procedure e tutti i comportamenti all'interno delle strutture comunali».

«NON AFFIDABILE» - Domenica Pennisi, durante l'interrogatorio di convalida davanti al giudice Simone Luerti, ha ammesso di aver incassato la tangente (è stato arrestato in flagranza di reato), ma ha cercato di sostenere di non aver concusso l'imprenditore Mario Basso, l'immobiliarista che l'ha denunciato. In sostanza ha cercato di avvalorare la sua versione, e cioè di non aver minacciato nessuno per ottenere denaro per sbloccare la pratica ferma in Comune da tempo e che riguardava la ristrutturazione di un immobile alla Bovisa. Il gip, nell’ordinanza di custodia cautelare, scrive di «iniziativa illecita intrapresa e coltivata per alcuni mesi non senza una certa furbesca programmazione che unitamente alla posizione strategica in seno al consiglio comunale costituisce il terreno fertile di una possibile concreta reiterazione del reato». E aggiunge che Pennisi «non appare completamente affidabile quando afferma di essere stato colto nella flagranza dell'unico delitto commesso».

ABUSO DI POTERE - Nei confronti di Milko Pennisi, per il giudice, «sussistono inoltre i requisiti dell'abuso di potere integrati dalla ventilata rappresentazione di possibili «ostacoli» che fantomatiche terze persone potrebbero frapporre ad una pratica già pendente da molti anni, prospettata ad un imprenditore (Mauro Basso, ndr) che ha già subito evidenti danni economici da una pratica avviata cinque anni prima e che, al momento in cui sembrava vedere la fine, si incaglia ancora una volta». In uno dei passaggi del provvedimento il giudice ha scritto: «La pressione esercitata dall'indagato sull'imprenditore è direttamente e casualmente correlata alla iniziale promessa di pagamento ed alle successive prestazioni in denaro, a nulla rilevando l'intenzione maturata successivamente di ribellarsi, documentare e denunciare l'accaduto». «Grazie a questa provvidenziale intenzione - ha proseguito il gip Luerti - si è spezzato il laccio che stringeva Pennisi tra la debolezza umana e la fascinazione del potere: certamente un bene per la collettività e, forse, una fortuna per il diretto interessato».
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